Continua la propaganda integralista del Ministro Fontana contro il riconoscimento dei figli nati all’estero con la GPA, in piena sintonia con Salvini a ricordarci che per lui “i bambini hanno diritto ad avere un padre ed una madre”.
I leghisti, in costante campagna elettorale, continuano a fare dichiarazioni demagogiche visto che la giurisprudenza ha già riconosciuto la piena legittimità degli atti di nascita con due padri e due madri, e che “l’interesse del minore prevale sulla legittimità delle tecniche con cui è venuto al mondo” e quindi è impossibile qualunque azione prefettizia sullo stato civile.
Ancora una volta questo governo si dimostra un Giano Bifronte. Da una parte il Ministro Fontana con le sue costernazioni anacronistiche, anticostituzionali, nonché anti europeiste, ribadisce il pensiero che è già noto sull’ inesistenza dei figli
Siamo abbastanza maturi politicamente per capire che siamo in piena contrapposizione fra la propaganda leghista, che li ha portati al 31,5% nei sondaggi e i compagni di governo pentastellati che, necessariamente, e per fortuna nostra, si schierano compatti contro le sparate ridicole di Fontana.
Chiara Appendino dichiara che continuerà a fare i riconoscimenti, mentre Vincenzo Spadafora invita al dialogo e tenta una mediazione sulle posizioni del ministro. Al centro di questi posizionamenti politici ci siamo noi, c’è la tutta popolazioneGLBTQI, che deve riconoscere questi atteggiamenti nel passato, un dejavu pericoloso di quando la politica non assumeva posizioni chiare ma navigava su parole vaghe senza programmi e azioni concrete.
Il messaggio che mandiamo è che sui diritti non si torna indietro; non si gioca all’ acchiappavoti sulla pelle dei nostri figli. Poche chiacchiere e fatti certi, come una immediata e definitiva legge che riconosca il matrimonio egualitario e i figli delle coppie omosessuali. Non ci facciamo ingannare né dalle dichiarazioni di sostegno, né da quelle contro.
Questo per noi è tempo di lotta e lo abbiamo compreso chiaramente da oggi in poi si torna in piazza, a fare le barricate.