Il Venerdi di Repubblica festeggia con una cover i 50 anni di orgoglio gay…
Era la notte tra il 27 e il 28 giugno 1969, cinquant’anni fa. New York era una città buia e pericolosa. Soprattutto per i gay: del resto i rapporti omosessuali erano vietati in quasi tutti gli Stati americani. Ma c’era un luogo in cui quelle che solo decenni dopo si sarebbero chiamate persone Lgbt potevano stare al sicuro: Christopher Street, nel Village. E soprattutto un bar: lo Stonewall Inn, gestito da un mafioso che badava molto agli incassi e per niente all’identità di genere o alle preferenze sessuali dei clienti.
Quella notte una pattuglia di poliziotti si presentò davanti allo Stonewall per la solita retata. Ma per la prima volta i gay, le lesbiche, i trans, le drag queen che frequentavano il locale si ribellarono. Lanciarono oggetti, poi bidoni della spazzatura, costrinsero gli agenti a barricarsi nel locale. E la rivolta continuò per cinque giorni. Era nato un movimento di liberazione. Che un anno dopo avrebbe dato vita al primo Gay Pride. E avrebbe ottenuto diritti civili assolutamente impensabili solo fino a pochi anni fa. Anche in Italia.
Sul Venerdì: Brunella Giovara ha seguito la frenetica campagna elettorale di Matteo Salvini in giro per la Pianura Padana, tra soste notturne all’autogrill e comizi in piazze assolate. Claudio Sabelli Fioretti dedica la sua intervista-fiume a Massimo Cacciari, il filosofo che da anni dà lezioni (inascoltate, dice lui) alla sinistra. David D. Kirkpatrick e Vincenzo Nigro indagano sul Mohammed bin Zayed, potentissimo e ricchissimo principe degli Emirati Arabi Uniti, e sulle sue relazioni pericolose con Stati Uniti ed Europa. Elisa Manisco racconta il caso del libro che ha riaperto la caccia a uno storico serial killer californiano di oltre trent’ anni fa: l’autrice è morta, ma il criminale è stato catturato.