Steven Anderson, uno tra i preti evangelici più omofobi al mondo, non potrà mettere piede sul suolo Sud Americano per presiedere la sua ricerca di adepti contro la categoria LGBT. Il nome del pastore vi suonerà sicuramente familiare in quanto è colui che dopo la tragica strage di Orlando ha rilasciato un video su YouTube dicendo, tra l’altro “finalmente ci sono 50 pedofili in meno al mondo” e “e un uomo si trova con un altro uomo, giacendo come una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte. Il loro sangue ricadrà su di loro. Questo, amici miei, è la cura per l’AIDS. È stata proprio lì nella Bibbia per tutto il tempo”. Già in passato aveva fatto parlare di sé rilasciando delle aberranti dichiarazioni sull’elezione del presidente Obama (‘nessun nero può comandarci’) e sugli ebrei sopravvissuti all’olocausto (solo dei ‘bugiardi’).
Ma per fortuna la sua riunione organizzata per il prossimo 18 settembre a Johannesburg ha destato così tante preoccupazioni per i rappresentanti della repubblica sudafricana che hanno vietato al pastore di entrare in Sud Africa per alimentare l’odio contro il popolo LGBT. Tale decisione è stata giustificata dal fatto che tali incitazioni all’odio andavano contro i principi dettati dall’art. 9.3 della costituzione sudafricana che recita “Nessuno può ingiustamente discriminare direttamente o indirettamente, contro chiunque su uno o più motivi, tra cui l’orientamento sessuale”. Questo, però, non ha per niente preoccupato il pastore che ha affermato: “mi dispiace molto per il Sud Africa, che tristezza. Però ringrazio Dio per la porta aperta in Botswana”. E pensare che noi abbiamo una costituzione molto più longeva di quella del Sud Africa (1996) ma consentiamo addirittura a leader di partiti politici di seminare odio, razzismo, xenofobia e omofobia.