Giorgia Meloni potrebbe diventare la prima Presidente del Consiglio dei Ministri donna della storia repubblicana italiana.
A proposito della comuntià LGBTQ+, prepariamoci all’eventualità che il prossimo governo sia anti-LGBTQ+.
Dapprima fu hit: «Io sono Giorgia: sono una donna, sono una madre, sono cristiana». Era il 19 ottobre 2019 quando la leader di Fratelli d’Italia pronunciò queste parole dal palco della manifestazione del centrodestra a Roma. Di lì a qualche giorno sarebbero state remixate, caricate sulle principali piattaforme social, con milioni e milioni di visualizzazioni. E Giorgia Meloni sarebbe diventata fenomeno pop. Tale fu il successo che la stessa Giorgia Meloni quel Io sono Giorgia l’ha scelto come titolo del libro autobiografico edito nel 2020 da Rizzoli.
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Poi arrivò Marbella, Spagna. È il giugno 2022 e Meloni interviene a una manifestazione elettorale di Macarena Olona, candidata alla presidenza dell’Andalusia per Vox, partito dell’ultradestra spagnola. Anche qui urla: «No alla lobby Lgbt! No violenza islamista! No all’immigrazione! No alla grande finanza internazionale! Sì alla famiglia naturale, no alla lobby Lgbt, sì alla identità sessuale, no alla ideologia di genere, sì alla cultura della vita, no a quella della morte, sì ai valori universali cristiani!». Il video delle sue parole fa il giro dei social. Arriva sui media mainstream. Diventa parodia. Stavolta le critiche sono numerose. Meloni oscurantista, complottista, reazionaria. Ma il fatto chiave è la centralità mediatica e politica guadagnata dalla leader di Fratelli d’Italia.
Ripercorriamo insieme i momenti omofobi che hanno segnato l’attualità e la politica italiana di Giorgia Meloni:
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