Elisabetta II è morta, un capitolo di storia si chiude.
Il Regno Unito, i Paesi dell’ex impero britannico e il mondo dicono addio in un clima di profonda commozione alla regina dei record, spirata a 96 anni nell’amata residenza scozzese di Balmoral, con attorno i quattro figli e i familiari più stretti: a cominciare dal primogenito ed erede al trono Carlo, che a 73 diventa infine re con la seconda moglie Camilla al fianco elevata a regina consorte.
La figlia di Giorgio VI ha chiuso gli occhi per sempre nell’anno del Giubileo di Platino, 70esimo di un’era iniziata nel lontano 1952, e a 18 mesi dalla scomparsa dell’inseparabile consorte Filippo.
Dopo che solo martedì era riapparsa in un’ultima immagine pubblica – fragilissima, ma in piedi e con un sorriso sereno stampato sul volto – per assolvere ancora una volta con dedizione irriducibile ai propri doveri di monarca costituzionale: presiedendo al passaggio di consegne fra Boris Johnson e Liz Truss, quattordicesimo e quindicesima premier della suo lunghissimo regno, iniziato sotto il segno di Winston Churchill a Downing Street.
Il segno del precipitare della situazione era stato dato in mattinata dall’annuncio del tutto irrituale con cui Buckingham Palace aveva reso pubblica “la preoccupazione dei dottori” di corte per la sua salute (in declino ormai da qualche mese fra periodi di riposo, forfait obbligati e “problemi di mobilità” innescati verosimilmente da altre condizioni patologiche), nonché dalla loro decisione di porla “sotto sorveglianza medica”. Parole che evidentemente preparavano all’irreparabile, a quel momento fatidico che l’anagrafe era destinata prima o poi a imporre; e che tuttavia un intero Paese avrebbe voluto rinviare ancora: aggrappato a un punto di riferimento immutabile da decenni, a una delle poche ancore di certezza rimaste a disposizione dell’isola e forse del mondo.
“La morte della mia amata madre è un momento di grande tristezza per me e per tutti i membri della mia famiglia”, ha commentato quindi Carlo, nel suo primo messaggio in veste di re. “So che sarà profondamente sentita in tutto il Paese, il regno, il Commonwealth e da innumerevoli persone nel mondo. E’ di conforto la consapevolezza dell’affetto e del rispetto provato verso la regina”, ha concluso il nuovo sovrano che regnerà con il nome di Carlo III, come ha annunciato Clarence House. Parole che riecheggiano quelle di esponenti politici di ogni colore in patria e di leader religiosi cristiani, musulmani ed ebrei. “Siamo devastati”, ha infine sintetizzato a nome della nazione Liz Truss, premier Tory designata da Elisabetta II appena 48 ore prima dell’addio, ultimo primo ministro del suo lungo regno.
“Le persone sono generalmente discriminate in base alla loro razza, fede, genere, disabilità o orientamento sessuale. Il nostro governo farà sicuramente ulteriori progressi per far sì che tutto questo non accada più”. Ricordiamo che qualche anno fa il cugino della Regina si è dichiarato apertamente omosessuale diventando il primo coming out nella storia della famiglia reale. Non vanno dimenticate neanche le bellissime parole del principe William sulla comunità LGBT.