Tassi di interesse più vantaggiosi, zero spese per la tenuta del conto corrente, operazioni illimitate e investimenti al riparo da speculazioni e rischi perdite. Una volta era questo il terreno di concorrenza delle banche di tutto il mondo, oggi, invece, la fidelizzazione del cliente sembra passare per soluzioni di «costume» come la modulistica gender fluid e la possibilità di aderire ad una decina di diverse identità proposte dall’ istituto di credito. A lanciare i nuovi servizi per i clienti transgender è stato il gruppo bancario britannico Hsbc. L’ iniziativa è finalizzata a fornire una «migliore esperienza bancaria» grazie alla scelta di 10 titoli di «genere neutro» che vanno incontro anche alle esigenze delle persone che non si riconoscono con nessun genere particolare o che non voglio «essere identificati con il sesso di appartenenza».
I correntisti possono così scegliere, ad esempio, tra «Mx» (Mix), «Msr» (una combinazione tra Miss/Sir), «Varie» e, per i più confusi, c’ è anche l’ opzione «Mre» (abbreviazione di «mystery»). Questi titoli saranno applicati sul conto, sulle carte e la corrispondenza grazie a un procedimento per il cambio di genere molto snello e veloce. L’ iniziativa è stata presentata dalla dirigenza della banca in corrispondenza della giornata internazionale della visibilità transgender (evento istituito da una branca della comunità mondiale lgbt).
Per l’occasione ha parlato anche l’amministratore delegato di Hsbc, Antonio Simoes che ha detto pubblicamente di come essere gay lo ha aiutato a raggiungere i vertici dell’ azienda. In un’ intervista ha ammesso: «Essere gay è un vantaggio per me. Sono una persona più autentica, più empatica e con maggiore intelligenza emotiva». Simoes ha poi aggiunto che probabilmente se non fosse stato gay non sarebbe mai diventato amministratore delegato della banca. Sulla stessa linea il direttore generale Noel Quinn: «Ora più che mai è fondamentale che mostriamo la nostra solidarietà con i colleghi e clienti in tutto il mondo lgbt».
Per onestà va detto che primi pionieri dello «sportello gender» sono stati quelli della Metro Bank (sempre del Regno Unito) che, lo scorso mese di novembre, aggiunse la voce «non binario» sui moduli per i clienti che non si identificano con l’ essere specificamente maschio o femmina. Vista la repentina evoluzione del pacchetto di generi che ogni giorno assurgono da disturbo mentale a nuova identità degna di uno stato anagrafico, dobbiamo aspettarci che entro l’ estate si arrivi alla proposta di 56 differenti titoli già prevista dai profili Facebook per gli utenti degli Stati Uniti.