Antonio Veneziani, 39 anni, è stato eletto pochi giorni fa “Il Gay Più Bello d’Italia” al concorso di bellezza maschile che ogni anno, da Torre del Lago, incorona il gay più bello. Un premio che gli è costato caro ad Antonio visto che sul web ha ricevute tantissime offese.
NEL 2019: Si chiama Mattia, ha 35 anni ed è il “Gay più bello d’Italia 2019”: le foto!
QUI LA SUA VITTORIA AL CONCORSO: Antonio Veneziani è il “Gay Più Bello d’Italia 2020”: ha una figlia, ha partecipato a “Bake Off Italia” ed è una star su OnlyFans (FOTO e VIDEO)
Perché offendere un ragazzo che partecipa ad un concorso solo se non si è d’accordo con la sua vittoria? E’ quello che sta succedendo in questi giorni al 39enne, papà, Antonio Veneziani che nella vita fa il pasticciere ed ha partecipato al programma “Bake Off Italia” su Sky.
NEL 2018: È un infermiere del 118 il Gay Più Bello d’Italia 2018
Dopo la vittoria Antonio ha preferito non commentare gli insulti ricevuti che, per fortuna, si sono alternati con tanti complimenti. A scendere in campo in sua “difesa” è stato Osvaldo Supino, cantante, che sui social ha scritto: “Ma il senso di ricoprire una persona di insulti, me lo potete spiegare? Può piacere o meno, ma non capisco questa mania di sputare cattiverie sempre e comunque senza limiti. Personalmente non è il mio tipo ma non per questo lo massacro. E dai raga, cerchiamo di crescere un po’.”.
Sopra il commento di Osvaldo Supino mentre la redazione di SPYit ha preferito non riportare nell’articolo le offese fatte ad Antonio Veneziani. L’unica domanda che ci si pone è: Perché tutto questo?
Quando la DISCRIMINAZIONE arriva dall’interno del mondo LGBT:
La diversità dovrebbe essere una caratteristica che rende questo pianeta un pianeta migliore. Ma è davvero così? Siamo veramente convinti di accettare ciò che è diverso da noi? O forse accettiamo solamente ciò che è uguale o quantomeno simile ai nostri canoni?
Si parla di discriminazione interna quando non si accetta qualcuno appartenente al nostro stesso gruppo sociale. Il gay macho che deride il gay effeminato, il gay fashionista che prende in giro il gay trasandato, il gay attivista che si lamenta del sono-gay-ma-non-vado-a-dirlo-a-tutti: tutti gay e tutti diversi. La mia domanda sorge spontanea: come facciamo a combattere l’omofobia se pure tra noi ci discriminiamo a vicenda?