A non esporre il Crocifisso nelle scuole si potrebbe incappare in multe fino a 1000 euro. E’ questa l’idea di un gruppo di parlamentari della Lega, che, tanto per non lanciare benzina sul fuoco, ha presentato un progetto di legge per renderne obbligatoria l’affissione. L’ultima volta che ci si è occupati di legiferare sul punto è stato col fascismo, che con un Regio Decreto del 1924 stabilì che « Ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula, l’immagine del crocifisso e il ritratto del Re. ». Ma all’onorevole geometra Roberto Simonetti, primo firmatario della proposta leghista, questo non pare bastare visto che il simbolo non finirebbe solo nelle aule scolastiche ma “negli stabilimenti di detenzione e pena, negli uffici giudiziari e nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere, nelle stazioni e nelle autostazioni, nei porti e negli aeroporti, nelle sedi diplomatiche e consolari”, persino nei seggi elettorali, tanto per dar nuova giovinezza ai manifesti della Dc: “Nelle urne Stalin non ti vede, Dio sì”.
Inutile tentare di cavarsela piazzando il simbolo in un angolo perché, decreta la proposta di legge, “è fatto obbligo di esporre in luogo elevato e ben visibile l’immagine del Crocifisso”; diversamente si andrebbe a sbattere sulle sanzioni (articolo 4) per cui “chiunque rimuove in odio ad esso l’emblema della Croce (…) dal pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende, è punito con l’ammenda da 500 a 1000 euro”, la stessa sorte che toccherebbe al bidello distratto, per dire, perché rivolto, pure, a chi “ometta di ottemperare all’obbligo di vigilare affinché il predetto emblema sia esposto”.