Leon Goretzka risponde all’ambasciatore dei mondiali in Qatar, l’ex calciatore Salman e alle sue dichiarazioni omofobe.
Salman aveva definito l’omossessualità una “malattia mentale” e non contento aveva rincarato la dose: “Durante i mondiali di calcio arriveranno molte cose nel nostro Paese. Parliamo dei gay. La cosa più importante è la seguente: accetteremo tutti coloro che verranno nel nostro Paese. Ma loro dovranno accettare le nostre regole”.
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Anche Hasan Salihamidzic, ds del Bayern ha definito le dichiarazioni di Salman, inaccettabili. Salman, ricordiamo è il volto dei Mondiali in Qatar, rappresentante ufficiale della manifestazione che vorrebbe aprire il Qatar al mondo. E che invece sta scatenando più polemiche che altro. Sul Napolista due giorni fa avevamo riportato le parole di Nas Mohamed, attivista queer.
«La gente non si rende conto di quanto sia violento e anti-queer il Qatar. Lo stato del Qatar mette le persone in prigione e le tortura fisicamente e psicologicamente. Non vieni punito solo se vieni sorpreso per sbaglio. Fanno di tutto per trovarti. E poi ti fottono. Ti trattano come assassini. Questa è una bomba a orologeria. Perché le autorità stanno persino cercando di reclutare persone dalla nostra comunità. Se trovano una persona, la maltrattano e dicono: se non vuoi che ti succeda di nuovo, è più sicuro che lavori per noi. Questo crea sfiducia perché non sai chi lavora per lo Stato».
Goretzka non ha paura di esporsi pubblicamente e prendere posizione: «Non c’è calcio per i fascisti», disse a proposito dell’estrema destra tedesca di Afd, «non è un’alternativa ma una vergogna per la Germania», ribadì.
Qatar 2022, ambasciatore Mondiali: “Omosessualità è danno mentale. Per i bambini non va bene vedere i gay. Niente baci in pubblico”
Il calciatore tedesco di origine polacca è molto sensibile alle tematiche politiche e più volte ha dovuto rispondere agli attacchi dell’AfD. Goretzka è molto lontano dal modello del calciatore edonista e disinteressato alle questioni sociali. Recentemente dopo aver incontrato la sopravvissuta all’Olocausto Margot Friedländer:
«Parlare con una sopravvissuta dell’Olocausto è stata un’esperienza agghiacciante. Ha portato con sè anche la Stella di David che le avevano appuntato sul petto. E mi ha detto che dipende dalla nostra generazione far sì che quello che è accaduto all’epoca non succeda più e che per questo lei lotta ogni giorno. Non sono un politico, ma un semplice cittadino a cui importa il mondo che lo circonda».