In Brasile il linguaggio e i comportamenti omofobi da ora sono punibili con il carcere, dai due ai cinque anni.
Lo ha stabilito la Corte Suprema deliberando con 9 voti a 1 che omofobia e razzismo si equivalgono dal punto di vista legale. Una presa di posizione netta quella presa dal Brasile tornato lo scorso gennaio sotto la guida del presidente Lula. La decisione della Corte va a rinforzare quella avviata nel 2019 quando per la prima volta l’omofobia è stata considerata reato dai giudici, nel Paese. Il punto a favore è dato dal fatto che ora sono perseguibili anche gli attacchi omofobi individuali, quindi quelli rivolti a persone singole, mentre prima si consideravano solo gli attacchi alla comunità lgbtq+.
VITÓRIA contra a LGBTFOBIA! 🏳️🌈
O Supremo Tribunal Federal (STF) decidiu, por 9 votos a 1 permitir o reconhecimento de atos de homofobia e transfobia como crime de injúria racial. 👇🏾 https://t.co/kjuuCTskcK
— ERIKA HILTON (@ErikakHilton) August 22, 2023
«Questa decisione era un imperativo costituzionale», ha commentato il giudice Edson Fachin, che ha pronunciato il verdetto, dove si sottolinea con chiarezza l’importanza di tutelare i diritti fondamentali delle persone. Alla base c’è che la democrazia deve tutelare tutte le persone e contrastare le discriminazioni. Un messaggio importante per il Paese. Il Brasile è infatti considerato uno dei luoghi più pericolosi al mondo per la comunità Lgbtq+.
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Secondo l’organizzazione che tutela i diritti Transgender Europe e Agencia Brasil, nel solo 2022, 228 persone appartenenti alla comunità lgbtq+ sono state uccise in Brasile. Dal 2008 al 2022, i membri della comunità assassinati sono stati in totale 1.741. Nel 2020, una persona lgbtq+ è stata uccisa o si è tolta la vita ogni 26 minuti. Subito dopo la notizia della decisione presa dalla Corte Suprema sui social in moltissimi hanno mostrato la propria esultanza verso un nuovo passo avanti contro l’odio, in tutte le sue forme.