La società è un organismo vivo che ha bisogno di tempo per accettare i cambiamenti, ci sono cellule più veloci e cellule più lente. E il cinema continua a fare la sua parte. Come in Matrimonio italiano dove la coppia di genitori liberal Guerritore-Abatantuono rimane spiazzata dalla scelta del figlio (Cristiano Caccamo) che annuncia le nozze con il barbuto fidanzato (Salvatore Esposito, Genny Savastano di Gomorra). Nei luoghi comuni c’è sempre un fondo di verità, così tra i due genitori è la madre quella che scioglie per prima la corazza e accoglie il figlio: «All’inizio in maniera disordinata, poi con tenerezza e leggerezza, anche in maniera spiritosa — spiega Monica Guerritore —. Penso che non sia mai un fulmine a ciel sereno, semplicemente c’è chi fa più fatica a vedere e accettare le scelte “diverse” di un figlio».
Prodotto da Colorado Film in collaborazione con Medusa, che ne sarà anche distributore, Matrimonio italiano sarà nelle sale a febbraio 2018. Il copione è supportato dal report-analisi di Diversity, l’associazione fondata da Francesca Vecchioni (figlia del cantautore Roberto) che si occupa della rappresentazione responsabile delle persone Lgbti. L’intervento più deciso? «Sui baci. Non c’erano, ma se vuoi raccontare in maniera naturale una storia di amore omosessuale non puoi nasconderli. Chi guarda deve riconoscersi nella storia che vede, se no non la trova realistica. Abbiamo lavorato anche sui dialoghi per renderli credibili, è l’unico modo per far passare un messaggio autentico. L’approccio però non deve essere protettivo, se no rischi di fare anche in questo caso un errore: è fondamentale rappresentare una relazione come realmente è».
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