“L’omosessualità è una patologia”. Sono queste le parole di Padre Amedeo Cencini, famoso religioso che viene chiamato dai rettori dei seminari cattolici e dai Vescovi per “stanare” i gay all’interno delle strutture di formazione sacerdotale.
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“Disturbo dell’affettività, ricerca di sesso sfrenato, incapacità di avere relazioni di coppia…” e tanto altro. Questo, l’identikit che il canossiano Cencini (all’anagrafe Renato) ha fatto dell’omosessuale del XXI secolo.
Pura follia, ma nulla di così strano, potremmo dire. Di presbiteri sui generis ne abbiamo visti molti. Quelli che poi utilizzano questi termini contro gli omosessuali, spesso vengono trovati nelle saune e nei festini, ma questa è un’altra storia. La vicenda di Amedeo Cencini, però, è un po’ diversa. Il religioso, appartenente all’ordine dei Figli della Carità, non è solo un sacerdote cattolico ma risulta iscritto all’Albo degli Psicologi del Veneto come Psicologo e Psicoterapeuta.
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Per questo motivo, appena abbiamo sentito queste teorie strampalate, abbiamo deciso di scrivere all’Ordine degli Psicologi, convinti che avrebbero strabuzzato gli occhi. Ma non è andata proprio così.
La decisione dell’Ordine degli Psicologi del Veneto
Dopo diversi solleciti ed una audizione nella quale sembrava di parlare con 4 avvocati difensori di Amedeo Cencini, il 22 novembre 2022 il Consiglio dell’Ordine ha riferito che è stata archiviata la segnalazione e non si ravvedono illeciti deontologici. Chiaro: l’Ordine degli Psicologi ritiene che l’omosessualità è una patologia. Nessun intervento.
Stranamente, la decisione viene comunicata il 22 novembre 2022 nonostante sia stata adottata il 18 luglio 2022. Allo psicologo Cencini non è stato detto nulla, neanche una censura. Pacca sulla spalla e, vai pure.
“Non si sono ravvisate ipotesi di violazione del Codice Deontologico”. Storia chiusa. Per l’Ordine degli Psicologi del Veneto, dire che l’omosessuale è malato non è un illecito deontologico. Che dire? In un Paese come l’Italia non apparirà poi così strano. Una nazione che ancora afferma che l’omofobia non è un problema. Cosa possiamo dire ai nostri giovani? Non solo devono stare attenti a non baciarsi in pubblico perché sennò prendono delle manganellate, ma devono anche fare attenzione a rivolgersi ad uno psicologo perché sennò rischiano di sentirsi dire che “l’omosessuale doc è quello a cui piacciono i genitali”, “l’omosessuale non è fatto per la coppia, quella è una cosa etero”.