Giovanni Ciacci ha annunciato ieri che sarà uno dei nuovi concorrenti del Grande Fratello Vip.
L’esperto di look entrerà nella Casa con una missione importante: aiutare a combattere lo stigma sociale che affligge i malati di HIV. Il popolare conduttore ha infatti annunciato, per la prima volta in assoluto, di essere sieropositivo. “Ho capito sulla mia pelle che essere sieropositivo è ancora oggi un grande stigma sociale. Eppure oggi si può vivere con l’Hiv, non ci si limita più a sopravvivere e questo è importante dirlo con grande chiarezza. Come occorre dire che l’hic riguarda tutti, al di là degli orientamenti sessuali di ciascuno”.
Giovanni Ciacci: “Con le cure, si può condurre una vita normale”
Ciacci, facendosi portavoce di un messaggio importante e che ha una fortissima valenza sociale (gli consentirà di raccontare cosa voglia dire essere sieropositivi oggi, una condizione completamente diversa rispetto a 20 anni fa) entrerà nella Casa con una missione importante: fare chiarezza sulla malattia, dimostrando che con le cure disponibili una persona sieropositiva non andrà incontro alla morte. Anzi, condurrà una vita normale. Un’evidenza già provata e chiara a medici e pazienti ma che potrebbe non essersi ancora sedimentata tra i “non addetti ai lavori”, in quella popolazione generale che, a torto, continua ancora a ritenere la sieropositività una condanna a morte. Ciacci aggiunge:
Oggi, con le cure, il tasso virale nel sangue viene annullato e non ci si ammala più di Aids. Certo, si muore ancora: chi non vuole o non può curarsi o chi si accorge troppo tardi della sua sieropositività, magari in Aids conclamato. Ecco, in questi casi è difficile intervenire sulla malattia con successo. Essere prevenuti verso i sieropositivi non ha più senso. Non abbiamo più il virus dell’Hiv nel sangue. Non è più rintracciabile. Sa cosa significa questo? Significa che possiamo fare una vita come quella di qualsiasi altra persona. Possiamo avere figli senza trasmettere loro la sieropositività. Possiamo fare l’amore con il nostro compagno o la nostra compagna senza preservativo, perché non trasmettiamo più nulla. Se mi tagliassi le vere e tu entrassi in contatto con il mio sangue non ti accadrebbe nulla, semplicemente perché nel mio sangue il virus non c’è. C’è nella mia mappatura genetica, c’è se sospendo le cure, ma se mi curo non corro alcun rischio. […] Meglio non ammalarsi, è chiaro. Ma se ci si ammala non è la fine del mondo. Si può vivere bene lo stesso.
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Ciacci sieropositivo: “Una collega voleva mi impedissero di lavorare”
Giovanni racconta ancora di essersi sentito più volte discriminato. Una collega, in particolare, avrebbe fatto pressioni presso improprio direttore di rete affinché a Ciacci fosse impedito di lavorare: “Mi hanno raccontato che una mia famosa collega è andata da un direttore di rete della sua azienda a dirgli di non farmi lavorare perché ero malato. Lì per lì mi sono sentito tradito, umiliato, inca**ato, poi mi sono detto ‘Sai che c’è? Ti dimostrerò che posso lavorare a faccia scoperta, e coglierò l’occasione di poter raggiungere tante persone che mi seguono in tv per raccontare cosa significhi essere sieropositivi oggi”.