Il 1° dicembre è la giornata mondiale contro l’AIDS. La malattia fu riconosciuta per la prima volta il 5 giugno 1981, quando i CDC di Atlanta registrarono casi sospetti di polmonite da Pneumocystis carinii in cinque uomini omosessuali a Los Angeles.
Ma in realtà, l’AIDS ha origini molto più antiche, riconducibili ad almeno un secolo fa, come riporta uno studio del 2014. Una perfetta sincronia di fattori storici e sociali in Africa centrale fu la causa della diffusione globale dell’HIV.
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Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford, ha tracciato e datato le origini della grande pandemia che ha colpito 75 milioni di persone in tutto il mondo.
Tutto sarebbe iniziato negli anni ’20, nella tranquilla città mercantile Leopoldville, oggi Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo.
I ricercatori del dipartimento di zoologia, coordinati dal dottor Oliver Pybus, hanno analizzato la storia genetica dell’HIV. Il governo coloniale belga aveva fatto di Kinshasa un centro fiorente per il commercio, grazie alla costruzione delle ferrovie moderne che permisero al virus di viaggiare per migliaia di chilometri. Questo, combinato alla crescita urbana, ai lavoratori migranti e al meracato del sesso, diede origine ad una “tempesta perfetta” di fattori, che permise al virus di diffondersi inosservato fino a quando fu troppo tardi per fermarlo.
I ricercatori hanno combinato l’analisi genetica con i dati statistici sui fattori storici, come ad esempio la distribuzione della popolazione dell’Africa centrale in quegli anni. Si sono concentrati sul gruppo M dell’HIV-1, uno dei ceppi che passò, a un certo punto, dai primati agli esseri umani.
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A differenza degli altri, il gruppo M si è rivelato il più devastante, ed è proprio il ceppo che colpisce la maggior parte delle milioni di persone contagiate in tutto il mondo. Nonostante Kinshasa fosse un punto d’incontro, l’HIV fu apparentemente lento a diffondersi oltre i confini della città.
Ci vollero almeno 30 anni prima che il virus si diffuse in altre tre città della vasta nazione: Mbuji-Mayi, Lubumbashi e Kisangani.
Rimase confinato in Congo fino al diffondersi negli Stati Uniti e in tutto il mondo, dal 1960 in poi, prima che il numero di casi esplose nel 1980.
Poiché l’HIV riesce a rimanere silenzioso prima di causare la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), è stato identificato come virus responsabile della condizione solo 3 anni dopo, nel 1983. Ma da quella scoperta, ormai migliaia di persone erano già morte per AIDS.
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Da allora gli scienziati sono impegnati in una lunga battaglia per migliorare il trattamento del virus con i farmaci antiretrovirali, che rallentano il corso dell’HIV e aiutano alcuni pazienti a vivere in modo sano per decenni. Grazie ai loro sforzi e all’educazione sul sesso sicuro, i morti per AIDS sono lentamente in calo, dal picco di 2,3 milioni del 2005 ai 1,5 milioni dello scorso anno.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science.