Dopo il fumo delle parole dei giorni scorsi, da oggi sul ddl Zan si comincerà a vedere l’arrosto dei fatti, cioè gli atti parlamentari che dovrebbero concretizzare quanto detto fino ad oggi. Alle 12 scade il temine per presentare gli emendamenti per modificare il testo, e questi consentiranno innanzitutto di vedere se c’è una reale volontà di mediazione da parte di chi la ha invocata, come Lega e Iv.
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Una mediazione che richiede un minimo di fiducia reciproca, che al momento non sembra esistere, visto le accuse reciproche registrate anche in giornata, con Enrico Letta che ha definito “omofobo” Matteo Salvini.
Il leader di Iv Matteo Renzi, ha affermato che a suo giudizio “un compromesso è possibile sugli articoli 1, 4, e 7”, vale a dire quelli che, rispettivamente, introducono il concetto di identità di genere, che trattano la libertà di espressione e che riguardano l’insegnamento anti-discriminazione nelle scuole.
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Secondo Renzi “un accordo è a portata di mano”, perché ” la Lega, dopo mesi di ostruzionismo, ora si dice disponibile”. In tal senso il leader di Iv dice di “non capire perché Letta si sia messo di traverso”. E a rivendicare l’invito al “dialogo” è stato anche Salvini.
Tuttavia Iv e Lega non hanno chiarito i contenuti delle loro proposte sui tre articoli indicati da Renzi. La proposta del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, giudicata da Iv “un passo avanti” e respinta dal Pd, non è stata fatta propria dalla Lega, che anzi ha ribadito di voler puntare a introdurre una semplice aggravante comune per i reati di odio omo-transfobico, punto su cui Pd, M5s e Leu non accederanno mai.
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Sicuramente, emendamenti arriveranno da Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie: “personalmente voterei subito il ddl così come è, ma prendo atto che la destra non lo vota e per favorire un compromesso presenterò un emendamento sugli articoli 1, 4 e 7” per “favorire un compromesso”. Anche il socialista Riccardo Nencini ne presenterà uno sull’articolo 4 perché la sua formulazione “è scivolosa”: il timore è che qualche Pm possa distorcerne l’applicazione, perseguendo semplici opinioni.
L’articolo 4, introdotto alla Camera su richiesta di Fi in commissione Affari costituzionali, è ora quello più a rischio. In ogni caso al momento di votare gli emendamenti, indipendentemente da chi li avrà presentati, si arriverà ai nodi politici: Iv sarà disposta a votare insieme al centrodestra e a spostare quindi il proprio baricentro verso destra? In caso di esito incerto il Pd dirà sì, per esempio proprio sull’articolo 4, ad un emendamento che sia comunque accettabile e non renda incoerente il testo? Nodi che non si presenteranno martedì, visto che mancano ancora diversi interventi in discussione generale e che per i prossimi giorni l’Aula dovrà prima votare alcuni decreti. In casa Dem la fiducia verso la Lega è nulla: “Chi è omofobo in Europa non può essere un credibile interlocutore in Italia”, ha detto Enrico Letta ricordando che la Lega al Parlamento europeo ha votato in favore dell’Ungheria di Orban e della sua legge anti Lgbt. “non si può essere omofobi in Europa e poi voler dialogare con noi: è incompatibile”.