In 50 anni di lavoro, consacrati da copertine su Time, mai una contraddizione, uno sgarro a un’etica fatta di dedizione e passione. Nato a a Piacenza l’11 luglio del 1934, Armani è a capo di un gruppo fieramente indipendente, simbolo del made in Italy.
Giorgio Armani: “Le trasgressioni vanno bene ma un uomo e una donna che si amano piacciono a tutti”
Che Giorgio Armani sia un perfezionista, capace di controllare ogni uscita di una sfilata una a una, di sorvegliare da vicino ogni dettaglio, è cosa nota. «Sono pragmatico e razionale, ma le mie azioni vengono tutte dal cuore» ha sottolineato però lui, presentando anni fa il libro intitolato proprio ‘Per amore’.
«Il lavoro è un atto continuo di vita»
«Sono un creativo razionale, ma la spinta – le parole pronunciate nella sua Piacenza in onore della laurea honoris causa conferitagli dall’Università Cattolica – nasce sempre dalla passione, da un’intuizione e dal desiderio bruciante di realizzarla.» «Ogni idea, in fondo, è frutto di un innamoramento e questo lavoro, che per me è la vita, è un atto continuo di amore».
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Nel suo intervento di fronte agli studenti della Cattolica, Giorgio Armani aveva ricordato anche uno dei momenti più duri della sua vita, la morte del socio e compagno Sergio Galeotti, mancato nel 1985, dieci anni dopo aver fondato con lui la Giorgio Armani. «Il destino mi ha messo a dura prova e, a seguito della scomparsa del mio socio, per far sì che la Giorgio Armani sopravvivesse, ho dovuto occuparmi di persona dell’azienda. Molti pensavano che non ce l’avrei fatta, ma – aveva raccontato con grande sincerità – grazie alla mia caparbietà e al sostegno delle persone a me vicine, sono riuscito ad andare avanti».