Dire sempre no, negare un problema evidente in Italia per poi accorgersi, dopo un fatto di cronaca, che quel problema esiste realmente. Chissà se quanto accaduto nei giorni scorsi a Roma, con l’aggressione omofoba all’interno della stazione Valle Aurelia, avrà fatto aprire gli occhi a Giorgia Meloni.
Tiziano Ferro contro Giorgia Meloni e chi discrimina (VIDEO)
“Rimango scioccata davanti questa assurda e brutale violenza a Roma a danno di un ragazzo che, dalle ricostruzioni della stampa, sarebbe stato aggredito solo perché baciava il suo compagno. Spero che il responsabile di questa vigliacca violenza la paghi: queste immagini sono indegne per un paese civile. La mia piena solidarietà al ragazzo aggredito”, ha scritto Giorgia Meloni nel suo post di indignazione pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Giorgia Meloni esprime solidarietà al ragazzo gay di Torino, vittima di omofobia da parte del padre
La speranza è che la leader di Fratelli d’Italia dia seguito al suo post social di indignazione per quanto accaduto. Magari cambiando atteggiamento nei confronti del ddl Zan contro l’omotransfobia.
Ma, come sappiamo, tra i primi oppositori del ddl Zan c’è proprio Fratelli d’Italia. E non solo a parole, visto che Giorgia Meloni, il 16 luglio scorso, scese in piazza brandendo il microfono e parlando così: “Le discriminazioni verso gli omosessuali? Per me le discriminazioni vanno sempre combattute, ma non possiamo dire che oggi nella realtà italiana siano discriminati, abbiamo fatto passi da gigante in questo tema”.
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Il partito guidato dalla Meloni, ha lasciato il segno anche in Parlamento. Come ricorda il Sole 24 ore, infatti, proprio nei giorni della manifestazioni contro il ddl Zan, Lega e Fratelli d’Italia presentarono 975 (sì, novecentosettantacinque) emendamenti al disegno di legge contro l’omotransfobia. I due partiti popular-sovranisti, ne parlano come di una legge bavaglio per un problema che non esiste. E anche in Europa la situazione non è migliore. Solo dieci giorni fa, era l’11 marzo 2021, sempre i partiti guidati da Meloni e Salvini hanno votato contro la risoluzione per una “Unione Europea zona di libertà per le persone Lgbtqi”. Il motivo? Sostenevano che si tratti solamente di strumentalizzazione contro Ungheria e Polonia.