Gino Paoli pubblica la sua biografia, “Cosa farò da grande“, scritta con Daniele Bresciani, in occasione dei suoi 90 anni, che compirà il prossimo 23 settembre.
Un sacco di storie, pensieri e progetti di passato, presente e futuro ce le ha raccontate chiacchierando nella bella casa di Nervi, alle porte di Genova, dove ci ha ospitati tra una focaccia genovese e la vista del mare che non può mancare nel suo orizzonte. Dalla cronica pigrizia che non lo fa scendere in studio a registrare cinque canzoni inedite già pronte al famoso caratteraccio: «Se qualcuno ti dice che sono refioso (in genovese “scostante”, nda), significa che mi ha affrontato nello stesso modo». Dalle sigarette sostituite con quelle elettroniche che considera «delle porcate» a Giorgia Meloni che sullo slogan “dio, patria, famiglia”, colpevole di ogni guerra, «mi dovrebbe pagare il copyright».
I Måneskin dedicano un brano a Roma, “Trastevere”, pubblicano il nuovo video “Valentine” e altri inediti in una nuova edizione di “Rush” (VIDEO)
Ad intervistare l’iconica leggenda della musica italiana è stato Rolling Stone Italia dove il cantante ha confermato che « l’80% della gente è stupida». E anche per questo non ha timore della morte: «Quando arriverà non mi dispiacerà, questo mondo non mi piaceva e continua a non piacermi».
I Måneskin sono passati da molti filtri, come li ha definiti, e sono arrivati a raccogliere un successo mondiale. Hanno delle qualità o li considera solo marketing?
Non potrei valutarli perché non ho mai sentito le loro canzoni. Ma so che quel che conta oggi è come uno si presenta. Non a caso siamo nell’epoca dell’apparenza. Se l’apparenza è quella giusta, che cantino qualsiasi cosa non frega niente a nessuno però arrivano. L’importante è impressionare. Il Festival di Sanremo sai da chi nasceva?
Cioè l’estetica?
Oggi se condisci col sesso qualsiasi cosa poi arriva. Persino nelle pubblicità. Loro sono tre bei fighi e una bella figa, e per quello funzionano. Posso anche sentirli, ma sono convinto che non siano eccezionali come sembrano perché giocano su un tasto facile come la sessualità.
Quello che sembra essersi inasprito negli anni a venire è il rapporto con la stampa. Racconta di aver provato a investire con l’auto un paparazzo e di essere entrato nella redazione di un giornale di gossip con una mazza da baseball minacciando i giornalisti di non scrivere più dei suoi figli.
Io sono come il camaleonte, se mi tratti bene io ti tratto bene, se mi affronti ti mando a cagare. Il rapporto con i giornalisti si guastò quando Nanni Ricordi, al mio primo Festival, mi costrinse a partecipare a una conferenza stampa dove cominciarono a farmi domande idiote e così gli dissi: “Se c’è qualcuno che ha una domanda intelligente rimango, altrimenti me ne vado”. Nessuno rispose e me ne andai. Non mi ha messo in buona luce con i giornalisti.
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Però anche dopo, quando una giornalista le chiese “Cosa fa prima di cantare?”, lei rispose: “Io mi faccio una sega”.
Lei aveva bastonato Umberto Bindi, cominciando la persecuzione nei suoi confronti perché era omosessuale. Leggendo i suoi articoli già la odiavo. Arrivata a farmi quella domanda, le risposi in quel modo e lei la scrisse indignata. Poteva anche lasciar perdere.
Mina si può considerare ancora oggi la più grande?
È la più grande esecutrice. Ha la qualità di riuscire a fare sua qualsiasi canzone che le dai, anche di poco conto. Le manca un po’ il cuore, la passione, come può avere Ornella Vanoni.
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