“Penso che Torino abbia due anime, una aperta e una oscura, che non si rende conto in che periodo viviamo. Tra poco siamo nel 2020, mi fa una rabbia che non so neanche descrivere. A 80 anni, vedi convivere i cellulari di ultima generazione e queste discriminazioni retrograde contro i gay. Lo trovo uno scandalo, una cosa da Terzo Mondo. L’omofobia esiste ancora. In certi casi, anzi, si sta risvegliando tra i giovani“.
Siamo a Torino ed è così che Gianni Reinetti commenta la notizia che gli è appena arrivata: l’Inps ha sbloccato la pratica per la pensione dell’ex coniuge, morto da poco. Gianni è stato con Franco Perello per 52 anni fino a pochi mesi fa quando, il 26 gennaio, Franco se ne è andato. Da venerdì scroso Gianni è ufficialmente il primo gay italiano, sposato con la legge Cirinnà, ad aver ottenuto il pieno diritto ad essere considerato marito, come una qualunque coppia etero, e dunque gli è stata riconosciuta la pensione di reversibilità. “Avrò il 60% della pensione di Franco – racconta commosso – ma confesso che avrei preferito avere Franco”.
“La legge per l’unione delle coppie omosessuali è arrivata – dice – purtroppo non so come si posano combattere i pregiudizi. Mi auguro che Torino promuova una campagna contro le discriminazioni”.