Ha compiuto 50 anni lo scorso luglio, Gabriel Garko ora è pronto a prendersi la scena a Ballando con le stelle 2022 e ad uscire con il suo primo romanzo, dopo l’autobiografia pubblicata nel 2019 con il titolo Andata e Ritorno.
Gabriel Garko spiega perché ha scelto di ballare con una donna (e non con un uomo) a “Ballando con le stelle”
Intervistato dal Corriere della sera, ha commentato il coming out fatto al Grande Fratello Vip: “Sono felice, molto felice di tutto. Anzi, ancora meglio, sono sereno e soddisfatto, specie delle persone che mi circondano oggi”. Sull’ipotesi di diventare papà: “L’ho pensato tante volte e d’istinto direi di sì, ma la società di oggi non mi piace proprio, quindi no, al momento l’idea mi fa un po’ paura”. L’attore non crede di essere molto compreso nei suoi talenti ma non demonizza quella bellezza che gli ha consentito di diventare il re delle fiction Mediaset: “Non rinnego nulla e non mi va di fare la parte di chi si lamenta, nemmeno della bellezza: mi è servita e l’ho sfruttata. Certo, rischi di finire in uno stereotipo da cui non è facile uscire. Io venivo giudicato come prima cosa per quello quindi dovevo dimostrare sempre un po’ di più, ma poi qualcuno si è accorto che qualcosa di buono potevo fare”.
Ha dichiarato di essere sceso in pista per la prima volta nel programma di Milly Carlucci, ma la dimestichezza con cui affronta le coreografie (nonostante il tutore al braccio a causa di un infortunio) e una dichiarazione del 2013, quando disse di “ballare per nove ore al giorno”, gli hanno remato contro in quanto a credibilità: “Mi criticano dicendomi che avevo già studiato danza, ma non è così. Ho solo girato un film, Valentino, in cui danzavo, ma questo non fa di me un ballerino, anche perché nella mia carriera ho sparato a chiunque e questo non fa di me un assassino. Il dato è che quando fai male qualcosa sono tutti pronti ad attaccarti, ma anche quando la fai bene, pare”.
Gabriel Garko: “Gli amori combinati? Regalavo sogni”
Il divismo che l’ha travolto negli anni 90 oggi sembra essere solo un ricordo, anche a causa dei tempi diversi e del ritorno di un pubblico sempre più focalizzato sui social: “Ho vissuto la coda del divismo, che con i social è un po’ morto. Confesso che le persone mi cercano sempre molto, ma certe serate, certi eventi non esistono più. Una volta, in una di quelle occasioni, mi hanno anche lanciato un bambino. Per fortuna la persona della sicurezza vicino a me lo ha preso al volo”.