Umberto La Morgia, consigliere gay della Lega nel comune di Casalecchio sul Reno (vicino a Bologna), dopo aver dichiarato il suo punto di vista da leghista del mondo LGBT si è ritrovato “letteralmente bombardato da commenti di odio” proprio dallo stesso suo “mondo”. IlGiornale.it lo ha raggiunto ed intervistato. Ecco cosa ha raccontato il giovane.
Perché coloro che difendono i diritti dei gay dovrebbero colpire un omosessuale?
Dopo i pride di giugno avevo rilasciato varie interviste in cui spiegavo come e quanto siano ideologizzate certe associazioni Lgbt e ho mostrato la mia contrarietà all’utero in affitto e alle famiglie arcobaleno. Se da un lato molte coppie gay di tutta Italia si sono complimentate per le mie parole, dall’altro lato sono stato letteralmente bombardato di commenti di odio proprio da coloro che dovrebbero essere i paladini dei diritti e dell’uguaglianza, dell’amore universale.
Quali sono stati gli insulti più pesanti?
Mi hanno chiamato “frocia”, “ricchiona”, “sei una misera”. Mi hanno dato dell’ebreo che tifa per Hitler, collaborazionista come kapò al tempo del nazismo. Mi hanno scritto che sono malato di mente, che sono disturbato e che ho la sindrome di Norimberga e di Stoccolma. Da lì si è visto che sono una vera e propria lobby perché mi hanno colpito in massa tutti alla stessa ora. Poi mi hanno detto che ho l’omofobia interiorizzata e da questo si capisce anche la pericolosità di una legge sull’omofobia.
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Ma Facebook non dovrebbe sanzionare tali comportamenti?
Non l’ha mai fatto. Anzi sono stato sospeso io da Facebook per una settimana quando ho risposto a uno di questi circa 500 commenti di insulti scrivendo “perché non hai letto l’articolo come molte delle capre che hanno commentato questo post?”. Non appena ho scritto questo, infatti, il mio commento è stato segnalato in massa e Facebook ha punito me, mentre tutti i loro commenti dei miei haters sono ancora lì. Poi mi sono rivolto all’associazione “Odiare ti costa” creata dall’attivista Lgbt di sinistra Cathy La Torre, un avvocato che si propone di far pagare alla gente commenti di odio. Ho scritto loro un paio di volte. La prima mi hanno detto che era agosto e, dato che molti erano in ferie, non potevano aiutarmi in quel momento e, poi non mi hanno più risposto. Allora mi sono rivolto a un avvocato di Bologna per denunciare, con un allegato di 40 pagine, chi mi aveva insultato così da dare un segnale. Sui social ho pubblicato anche la foto della denuncia accompagnata dalla battutina “odiarmi ti costa”.