Laura Dodsworth è una fotografa britannica che già nel 2015 aveva riscosso molto successo con il suo libro fotografico Bare Reality, in cui cento donne si erano letteralmente messe a nudo per lei, mostrando il loro seno e raccontando il loro rapporto con questa parte del loro corpo. Ora la fotografa è tornata con un nuovo libro, che affronta un’area anatomica ancora più tabù e solitamente poco raffigurata: il pene.
In Manhood: the Bare Reality, Dodsworth ha questa volta intervistato e fotografato cento uomini, chiedendo loro di cosa provassero nei confronti del loro organo genitale, studiando il concetto di virilità e esponendo con le sue immagini la grande varietà d’aspetto che questo può avere da uomo a uomo. “Molti più uomini di quanto pensassi provano un senso di vergogna o di ansia rispetto alle loro dimensioni o a un aspetto della loro performance”, ha detto l’artista al Guardian.
“Quello che mi ha davvero commosso è quanto questa vergogna e inadeguatezza si siano poi riversate in diverse parti della loro vita”. Tra gli uomini intervistati, c’è un 46enne che considera il suo pene un “barometro della sua salute, felicità e forma”, e ricorda di quando anni prima, a causa di problemi d’erezione, scoprì di avere la pressione alta e di essere stressato. L’uomo, essendo nero, le ha parlato anche dell’attenzione particolare che gli uomini di colore sentono addosso dal punto di vista sessuale, che gli ha dato piacere ma anche un senso di ribrezzo per il fatto di sentirsi feticizzato e di “essere stato la fantasia sessuale in stile Mandingo di qualcuno”.
C’è poi l’uomo di 92 anni che racconta di come abbia perso la verginità a 18 anni con la moglie del suo professore, assente durante la guerra, e poi, una volta arruolato anche lui, una seconda esperienza sessuale che ebbe luogo in un bordello di Napoli. L’uomo dice di aver avuto un normale desiderio sessuale fino all’età di 87 anni, prima che la demenza senile gli impedisse di provare queste voglie, così come un’erezione.
Anche i più giovani hanno problemi di questo tipo. Un ragazzo di 20 anni spiega di aver abbandonato il porno e la masturbazione perché aveva problemi a raggiungere l’orgasmo quando faceva sesso con la sua ragazza. A suo parere, l’aver guardato troppi video pornografici lo aveva abituato a un tipo di contatto con il pene che non riusciva a raggiungere con la penetrazione, ma che si sta risolvendo ora che ha smesso con la pornografia. Un uomo di 58 anni ha detto all’autrice del progetto di essersi vergognato per moltissimo tempo delle dimensioni del suo pene, considerandolo troppo piccolo, e che questo abbia avuto un’influenza estesa a tutta la sua vita. Solo quando ha sentito di potersi fidare della ragazza giusta è riuscito a fare sesso, perché prima ogni volta aveva paura che le donne lo ridicolizzassero o non apprezzassero le sue performance.
Anche se nella sua vita è un uomo d’affari di successo, questo problema privato gli ha dato umiltà, e col tempo ha capito che le donne non avevano problemi di sorta col suo pene, che anzi alcune trovavano meno intimidatorio o doloroso di peni più grandi. Al contrario, un uomo di 33 anni parla del suo pene di dimensioni più grandi del normale, che gli dà un surplus di sicurezza da usare per nascondere le sue insicurezze, a volte anche esagerando con questo “schermo” non rivelando la sua vera personalità.
Da TPI.it