Questo è un fantastico esempio di famiglia. Tv8 ha invitato Andrea, un ragazzo gay di Torino, e i suoi genitori a parlare di un argomento che, ancora oggi, è tabù per molte famiglie: l’accettazione di avere un figlio omosessuale. “Abbiamo fondato una onlus chiamata Geco – dichiara il papà di Andrea – dove tutti sono inclusi, genitori e figli. I ragazzi gay o lesbiche arrivano in un punto decisivo della vita dove devono affrontare il coming out in famiglia e questo ti segna.”
“Per me è stata un’esperienza che ha cambiato radicalmente la mia vita – racconta la mamma di Andrea – all’inizio certamente no, nel senso che io avvertivo dei segnali, che Andrea soffriva, avvertivo queste cose e provavo un forte disagio e provavo a parlarne con mio marito ma lui minimizzava e negava. Poi un giorno sono andata nella sua camera, e sono contenta di averlo fatta, e ho iniziato a cercare un segnale che mi desse ragione e li abbiamo trovato una lettera d’amore di un certo Marco, quindi la firma era di un uomo. A quel punto, la prima cosa che ho fatto, è stata un pianto liberatorio. Finalmente questa cosa aveva un nome e io da quel momento avrei potuto fare qualche cosa per mettere mio figlio in sicurezza… Così sia io, che mio marito, abbiamo scritto una lettera a nostro figlio. Noi siamo cresciuti con l’idea che io osservo le persone, osservo il mondo e do per scontato che tutti siano eterosessuali facendo i conti contro gli stereotipi che inconsapevolmente noi assorbiamo e cresciamo con quell’idea.”
“Il primo impatto nei genitori è un impatto duro, si osserva il mondo con occhi diversi e pensi al futuro di tuo figlio – rivela il papà – che speranza avrà? Si sposerà? Oggi le cose, per fortuna, stanno cambiando. Per mio figlio è necessario pensarci se vuole prendere per mano il proprio compagno mentre io non lo penso se prendo per mano mia moglie. Le paure vengono, 17 anni fa era un periodo dove si sentivano molti più attacchi omofobi e la paura del futuro c’era ed era tangibile. Nella lettera scritta ad Andrea entrambi abbiamo scritto le stesse cose: noi siamo al tuo fianco”.
Poi a sorpresa il papà di Andrea mostra in tv la lettera che, 17 anni fa, ha scritto al figlio… Guardate il video e ascoltate la lettera che Andrea legge perché le lacrime sono assicurate. Bisogna ammetterlo, Andrea è un figlio davvero fortunato ad avere due genitori così, GRAZIE, grazie per queste lacrime d’amore che ci avete fatto versare, sperando che questo messaggio possa arrivare a quei genitori confusi e far si che non commettano gli stessi errori che molti dei nostri genitori hanno fatto in passato perchè “Un genitore se non è al fianco del proprio figlio non fa completamente il suo mestere”.
Qui gli indirizzi di GecoOnlus:
Il coming out di una figlia o di un figlio è “l’imprevisto in famiglia”, è ciò che di meno atteso si possa immaginare.
Arriva di solito in un’età in cui i nostri ragazzi sono adolescenti e noi genitori ormai posizionati su solide basi in termini di visone della vita, valori e, ovviamente, aspettative nei loro confronti. E proprio queste ultime, improvvisamente, sembrano andare in frantumi, lasciando spazio a emozioni contrastanti e molto intense: rabbia, senso di colpa, negazione, disgusto, preoccupazioni di varia natura, senso di fallimento.
La più frequente è la sensazione di smarrimento, mista a paura e confusione, anche se ogni storia famigliare è, in realtà, una storia a sé e va compresa e accolta nella sua interezza.
È importante non negare le proprie emozioni e, se possibile, condividerle con qualcuno che possa comprenderle. Ciò permette di non sentirsi soli, di “buttar fuori” qualunque pensiero, preoccupazione, interrogativo con la sicurezza di non essere giudicati.
Ecco perché incontrare altri genitori con figli omosessuali può essere molto utile: può rasserenare, dare fiducia, rendere più forti e disponibili a intraprendere un percorso di crescita che avvicini gradualmente alla reale identità dei propri ragazzi e permetta di accoglierli e amarli per quello che veramente sono.