Giuliano Ferrara per il Foglio – Estratti
Spiace, lo dico con la massima sincerità possibile, per Chiara Ferragni. Il problema non è lei, di cui tutti adesso sembrano sapere tutto mentre era così accogliente e promettente l’idea di saperne quasi nulla. Il problema è la costante, anzi la legge bronzea, che dice: se fai del bene morale la tua professione abituale, una qualche forma di male morale alla fine inevitabilmente si accanirà contro di te.
Donatella Versace difende i Ferragnez: “Sono un esempio per l’Italia e i giovani”. Poi attacca la Lucarelli: “chiedete a quella… “
Tonino Di Pietro è l’emblema assoluto del fenomeno, che praticamente non ammette eccezioni. La storia della famiglia Soumahoro e del diritto al lusso, anch’essa penosa il giusto e l’ingiusto, fa da cornice a questa vicenda di pandori e uova pasquali destinate ai “bambini delle fate” (…)
Ma gli episodi sono infiniti, riguardano l’establishment e le persone comuni, uomini e donne che abbiano una vita pubblica, tanti, e propongono una specie di sistematico contrappasso che affligge tutti noi del cattiverio, che spiace nonostante dimostri la miseria del moralismo corruttore della morale. (…) Per via della legge bronzea i giacobini furono poi ghigliottinati anche loro. Noi realisti e immoralisti per programma non corriamo questi rischi, ne corriamo altri, come tutti, anche perché non auguriamo la ghigliottina a nessuno, tantomeno ai Ferragnez che sono stati un simpatico fenomeno di credulonità di massa se non proprio di credibilità.
E le notazioni che precedono non mettono capo necessariamente a un Saviano inquisito per traffico di stupefacenti o a un Travaglio beccato con una mazzetta in mano. Legge bronzea sì, ma non esageriamo.