Non aveva più parlato della sua malattia da quando aveva brindato a base di «enzimi pancreatici» con la moglie Chiara Ferragni. In quel video era ironico, ma oggi quando Fedez ha ripreso l’argomento nel suo podcast Muschio Selvaggio.
E anche inaspettati. «La malattia ha cambiato il mio rapporto con il denaro», ha spiegato il rapper, che il 23 marzo scorso è stato operato per rimuovere un tumore neuroendocrino al pancreas: sei ore sotto i ferri e tantissima paura.
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«Prima di avere il tumore, avevo un obiettivo in soldi, era duecento milioni», ha rivelato. «Adesso non me ne frega più niente: è un obiettivo che ora non ha più senso, e sai perché non ha senso?», ha aggiunto rivolgendosi al rapper Lazza ospite della puntata, «perché metti che arrivi a 200, poi vuoi sempre di più, poi sono 300, poi 400. Poi arrivi al miliardo e comunque ti rendi conto che non è quello il fine».
La malattia, in altre parole, ha fatto capire a Fedez che i soldi non sono un fine ma possono essere un mezzo: per fare investimenti, da spendere in aziende, ma soprattutto per fare del bene. E anche se lui non ama pubblicizzare troppo le sue attività filantropiche, è noto a tutti quanto i Ferragnez si siano spesi in azioni benefiche, anche durante i mesi più duri della pandemia, prima cioè che la malattia di Fedez deflagrasse nella loro vita. Dopo, però, l’impegno è aumentato e si è focalizzato su chi trovandosi in altrettanto preoccupanti situazioni, non può contare sulle loro stesse condizioni economiche.
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E infatti, dopo l’operazione al pancreas, il rapper ha lanciato la Fondazione Fedez E.T.S. (l’acronimo sta per Ente del Terzo Settore) «una realtà filantropica, senza scopo di lucro, che opera su tre pilastri fondativi: il sociale, la solidarietà e la pubblica utilità». Un ente, era stato spiegato al momento della presentazione, il cui impegno è «mirato alla gestione delle problematiche di disagio più urgenti riguardanti, ad esempio, minori, le minoranze, le persone in condizioni di emarginazione, indigenza o malattia. A cui si affiancherà la prosecuzione dell’impegno a sostegno dei settori della musica (e, più in generale, dello spettacolo), della cultura, dell’arte e dello sport».
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Il primo atto della fondazione è stato lanciare una raccolta fondi a supporto di Tog, in favore della riabilitazione dei bambini affetti da patologie neurologiche complesse. Poi è stato donato alla Croce Rossa un furgone isotermico per portare medicinali alla popolazione ucraina colpita dalla guerra. Atti concreti, e buon uso dei soldi.