Eurovision 2022, Achille Lauro ci sarà come rappresentante di San Marino, bandiera bianca e azzurra.
È apparso alle 22.11 per ritirare il ghiotto pass, finendo l’esibizione educatamente a torso nudo — via la giacca blu notte — e almeno non deludere le attese. Band in formato ridotto (si canta sulla base, da regolamento), niente coriste né battesimi e un brano inedito firmato da ben dieci autori, Stripper (spogliarellista), che nemmeno compare nell’ultimo disco. Poteva bastare e avanzare, avrà pensato, questo pezzo fluid-punk il cui testo gioca con le citazioni — “Like a virgin” “All I need is love” “Nessuno mi può giudicare” o “Personal Jesus” — adeguato al clima anni Ottanta di una serata vintage assai, nello stile amato dai Capitani Reggenti. Ma che stupida voglia che ho, canta Achille, ma guarda che donna che sono, metto la gonna più corta che ho e vado fuori di me. A San Marino.
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La prima edizione di Una voce per San Marino valeva un posto per l’Eurovision Song Contest di Torino (10-14 maggio) ed è stata tirata su apposta, intorno a questo biglietto della lotteria, al Teatro Nuovo (lo era sicuramente anche lui negli anni 80), due passi oltre il confine: fin qui il candidato sammarinese veniva scelto a tavolino, ma da che l’Eurovision è diventato improvvisamente importantissimo dopo 66 anni di anonimato — grazie ai 200 milioni di spettatori davanti ai Måneskin un anno fa — valeva la pena cogliere l’attimo.
achille