E anche il Kenya si allinea definitivamente a quei paesi che puniscono i gay.
L’Alta Corte del paese africano ha respinto un ricorso che chiedeva di abolire le leggi di epoca coloniale contro l’omosessualità, spiegando di temere che una decisione in senso contrario avrebbe potuto aprire la strada ai matrimoni gay, non permessi dalla Costituzione.
Soddisfazione di alcuni esponenti della chiesa cattolica come il vescovo Rotich: “Il paese è stato difeso da leggi che preesistevano a noi. Era la voce di Dio a parlare e noi l’abbiamo ascoltata. Questa voce è inscritta nella nostra costituzione“.
Di parere opposto gli esponenti della comunità lgbt.
Mariga Wa Thoithi: “Non è stato un processo equo. Non condivido la sentenza e faremo appello. Oggi non c’è nulla da festeggiare. Ho visto i nostri avversari celebrare, ma non si dovrebbe festeggiare quando si tolgono dei diritti a qualcuno. Non c’è nessun beneficio per gli eterosessuali”.
Secondo il collegio, non ci sono prove scientifiche conclusive per ritenere che gli omosessuali siano nati con tale orientamento e abbiano dunque bisogno di considerazione speciale all’interno della Costituzione.