Abrahm Devine, due volte campione NCAA e unico nuotatore d’élite ad essersi pubblicamente dichiarato gay, attacca pesantemente la squadra di nuoto dell’università di Stanford (a San Diego in California) con un lungo post sul suo profilo Instagram:
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Come molti di voi sanno, sono un nuotatore dichiaratamente gay, l’unico al mio livello. Con questo post voglio testimoniare l’omofobia che ho dovuto incontrare come atleta, e incoraggiare tutti a battersi per modificare gli aspetti omofobi della cultura sportiva attuale.
Nonostante io possa portare molti esempi di micro aggressioni e di aperte discriminazioni delle quali sono stato vittima, l’omofobia è molto più che una somma di episodi, è soprattutto una negazione. Mentre cercavo di convincere il maggior numero di persone, molte delle quali sostenevano di non poter fare nulla per cambiare le cose, ho iniziato a chiedermi: perché devo preoccuparmi io di educare allenatori e atleti dell’università più autorevole al mondo? Non posso continuare a discutere con queste persone mentre sono circondato dalla debolezza e dalla retorica di chi cerca di oscurare la mia umanità e il mio carattere, e di mettermi a tacere. Tutti dicono di essermi vicini eppure, per la milionesima volta, sono l’unico a parlare. Ai miei allenatori che espongono la bandiera arcobaleno sulla scrivania, agli atleti che mettono like alle mie foto su Instagram, dico: svegliatevi e guardate cosa succede intorno a voi. Come potete dire di supportare me e la mia lotta per l’uguaglianza? Come potete non vedere il modo in cui Stanford Swim mi ha trattato e usato negli ultimi quattro anni? Sono forse invisibile? Chiaro e semplice: ci sono motivazioni di facciata per le quali sono stato cacciato dalla squadra di Stanford, ma posso assicurarvi che la vera ragione è che sono gay. È un film già visto. L’omofobia è sistematica, astutamente e scaltramente strutturata per costringermi al silenzio e all’abbandono. Sono un omosessuale di talento, di successo, fiero e bene educato: rappresento una minaccia alla cultura sportiva dominante. Voglio che qualcosa cambi, non posso più sopportare oltre. Il mio non è un caso isolato. Ovunque ci sono persone LGBTQ+ che parlano, tutto quello che dovete fare è ascoltarle. Vi chiedo, vi supplico di fare qualcosa. Se state leggendo questo post, lo chiedo anche a voi! Gay o etero, nuotatori e non. Nessuno di noi è immune dall’omofobia. È un vostro dovere civile quello di educarvi. Se deciderete di non farlo, sarò io a rimetterci.
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