La nostra terra di DK Welchman (vero nome Dorota Kobiela) e Hugh Welchman, con Robert Gulaczyk, Miroslaw Baka, Sonia Mietielica ed Ewa Kasprzyk (durata 114 minuti).
di Ulderico Grancini
«La nostra terra parte da un grande romanzo con descrizioni mozzafiato, ma ciò che veramente mi ha attratto nell’idea di adattarlo è stata Jagna. Come donna, anch’io ho provato tante volte nella mia vita attenzioni indesiderate e tentativi di manipolazione. Mi sono davvero identificata con Jagna, ho provato empatia per lei. All’inizio è invidiata e fraintesa, poi maltrattata e insultata, infine emarginata: per essere bella, per essere sognatrice e artistica, per essere appassionata e, soprattutto, per mettere in discussione il patriarcato sostenuto anche dalla chiesa. Era come se mi chiamasse. Questo film è la mia risposta».
La storia:
Jagna è una bellissima giovane determinata a forgiare il proprio destino nel piccolo mondo di un villaggio polacco alla fine del XIX secolo, un crogiuolo di pettegolezzi, faide familiari e disparità economiche, ma unito dall’orgoglio per la propria terra, dall’adesione a tradizioni colorate e da un patriarcato profondamente radicato. Quando Jagna si trova intrappolata tra i desideri contrastanti del più ricco contadino del villaggio, del suo figlio maggiore e di altri uomini di spicco della comunità, la sua resistenza la porta su una tragica rotta collisione con il contesto sociale che la circonda.
Nelle sale il 2, 3 e 4 dicembre.