Gli indesiderabili di Lady Ly, con Anta Diaw, Alexis Manenti, Aristote Luyindula, Steve Tientcheu, Aurélia Petit e Jeanne Balibar (durata 100 minuti).
di Ulderico Grancini
Dopo il successo e i premi ottenuti con il suo primo lungometraggio I miserabili, il regista francese Ladj Ly torna in sala con Gli indesiderabili, portando ancora una volta in primo piano i problemi di chi vive nei sobborghi di Parigi, in buona parte cittadini di origine africana. Se ne I miserabili il leit motiv era il rapporto-scontro tra la periferia e la polizia, con Gli indesiderabili Lady Li punta sul difficile rapporto tra comunità periferiche e istituzioni. Al centro dell’attenzione c’è l’edilizia abitativa sociale, con gli sfratti imposti ai residenti dei quartieri popolari, vittime delle riqualificazioni urbane. È ciò che cerca di fare un neo sindaco, di professione pediatra, idealista e poco esperto di politica, con l’edificio 5, un palazzone fatiscente che i residenti, guidati da Haby, una giovane combattiva, non vogliono abbandonare. Gli indesiderabili è un film emozionante, duro, che non fa distinzione di razza, cultura o religione tra buoni e cattivi, denunciando la condizione di molte famiglie residenti nelle banlieu, dove le ambizioni politiche e le convenienze economiche non fanno rima con il loro diritto alla casa e la giustizia sociale. Il risultato è una rabbia sempre pronta a esplodere. Una curiosità: il titolo francese del film, Bâtiment 5 (Edificio 5),è un riferimento alla palazzina in cui il regista è cresciuto.
Storia:
Haby, una giovane donna di origine maliana molto impegnata nella vita della comunità, scopre che è stato varato un progetto di riqualificazione del suo quartiere. Il progetto, guidato a porte chiuse da Pierre Forges, un giovane medico messo a fare il sindaco, prevede la demolizione dell’isolato dov’è cresciuta Haby. Insieme agli abitanti del palazzo, la donna avvia una feroce battaglia per evitare la distruzione dell’edificio 5…
Nelle sale dall’11 luglio.