Stanno facendo il giro del web le parole di Umberto Brindani, direttore di Gente, che ha parlato dei follower di Chiara Ferragni.
Chiara Ferragni, dopo Coca Cola e Safilo a rischio anche le collaborazioni con Pantene e Morellato
“I suoi follower sono 29 milioni, quasi 30, poi non sono questi i numeri. Abbiamo fatto un’inchiesta, nel mondo digitale non ci sono i controlli che abbiamo ad esempio in tv, per capire quanta gente guarda il programma, o nella stampa per le vendite di un giornale, è tutto un pò confuso. Esistono dei siti che monitorano la realtà. C’è un sito, ‘market place’ che sostiene che su 29 milioni circa 14 milioni sarebbero falsi o inattivi, circa la metà. Anche un altro sito lo conferma. Gli engagement (Il livello di coinvolgimento emotivo che un utente sente nei confronti di un brand, di un’azienda o di un prodotto) che ha la Ferragni non interagiscono realmente, l’1, 5% sono circa 3,4 milioni di persone che davvero la seguono. Questo lo dico anche alle aziende, agli sponsor che il fenomeno Ferragni è ampiamente sovradimensionato”. Qui l’intero articolo.
Il milione di euro di Chiara Ferragni è arrivato all’ospedale Regina Margherita di Torino
Tra i tanti commenti arrivati sotto all’articolo pubblicato da SPYit.it, c’è anche quello di Elenoire Ferruzzi che, proprio in merito al tema, dichiara: “Ma io lo dico da anni che sono tutti finti i loro followes, ma come al solito poi voi ci arrivate dopo cent’anni. E prima, ovvimanente, è tutta invidia… ovvio”.
Ricordiamo che Chiara ha recentemente donato un milione di euro all’ospedale Regina Margherita di Torino e che l’indagine della procura di Milano, nei confronti dell’influencer, è partita nella seconda metà di dicembre. L’ipotesi di reato è aggravata. Per la truffa Ferragni rischia la reclusione da sei mesi a tre anni e da 51 a 1.032 euro di multa. L’aggravante attualmente contestata dal pubblico ministero, l’aggiunto Eugenio Fusco, è quella della minorata difesa. Significa che la procura ipotizza che gli autori del reato (con lei è indagata l’amministratrice delegata dell’azienda Alessandra Balocco) abbiano approfittato di «circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa». L’aggravante è prevista quando i prodotti vengono venduti online. Perché la distanza tra il luogo del reato e quello in cui si trova l’acquirente è un elemento che pone l’autore della truffa in una posizione di forza rispetto alla vittima.
Il direttore di Gente, Brindani, sostiene che Chiara Ferragni abbia più di 14 milioni di followers falsi: “Abbiamo fatto un’indagie. Ecco il suo vero engagement”
È bene precisare che le accuse dovranno ancora essere sottoposte al vaglio di un giudice e che siamo ai primi passi dell’indagine. L’imprenditrice avrà il tempo assicuratole dalla legge per fornire le sue spiegazioni. Ieri Ferragni ha detto di sentirsi «serena» e che nei suoi confronti sono uscite «notizie oggettivamente false». Il riferimento, forse, è alla storia del cachet di Sanremo, chiamata in causa insieme alla vicenda della bambola. Ieri l’associazione Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza) ha confermato di aver ricevuto i 150 mila euro promessi da Ferragni tramite bonifico della TBS Crew srl in data 12 gennaio 2023. Uno degli altri casi di beneficenza sospetta sotto esame è quello della Trudi. Tbs ha dichiarato che i ricavi della vendita tramite e-commerce sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying, precisando che l’accordo riguardava esclusivamente le vendite online dirette.