Ogni giorno l’Accademia della Crusca riceve via internet le segnalazioni di nuove parole (neologismi): l’elenco è online e man mano che una parola riceve segnalazioni la sua dimensione grafica aumenta, come segno dell’interesse popolare. Come funziona la scelta? “Prima di inserire una proposta nell’elenco – spiega Maria Cristina Torchia alla rivista scientifica Focus – verifichiamo la frequenza, l’ambito e l’eventuale presenza nei dizionari storici, perché a volte si tratta di un ritorno”. Non tutte le parole segnalate dalla Crusca finiscono nei dizionari: “Ci limitiamo a descrivere i lemmi, non diamo prescrizioni – continua – Ma spesso i dizionari attingono dall’elenco per fare proprie le nuove parole: ecco alcuni candidati eccellenti, dall’ormai famoso ‘petaloso’ all’oscuro ‘capovate’, fino a webete, riserva una sorpresa.” Ecco le 10 parole che potrebbero entrare presto nell’italiano:
BAMBINITÀ. È la parola che a oggi ha ricevuto il maggior numero di segnalazioni sul sito dell’Accademia della Crusca, che è l’istituto nazionale per la salvaguardia e lo studio della lingua italiana. Il termine indica la condizione del bambino con le relative implicazioni, specialmente psicologiche, ed è molto usata nei forum online frequentati da genitori.
WEBETE. È una parola macedonia, composta da “web” ed “ebete”, usata dal giornalista Enrico Mentana per stigmatizzare un follower polemico e, a dir suo, poco perspicace. La parola è presto diventata un hashtag (#webete), fino a entrare nell’elenco della Crusca. Ma qualcuno ha fatto notare che webete si usava già negli anni ’90, agli albori del web, per indicare chi limitava la propria esperienza online alla semplice navigazione, ignorando IRC, Usenet e simili.
GENGLE. I genitori single con prole sul web si chiamano così, da “genitori” e “single”. Strano ma vero, non esiste il corrispettivo anglosassone.
INZUPPOSO. Anche la pubblicità produce i suoi neologismi, come rivela il caso dell’aggettivo inzupposo, usato per descrivere un tipo di biscotti particolarmente permeabili al latte. È uno dei termini per cui l’Accademia della Crusca ha ricevuto più segnalazioni.
PETALOSO. Qualche mese fa, Matteo, un bambino di terza elementare ha inventato la parola per descrivere un fiore. La sua maestra ha inviato la segnalazione all’Accademia della Crusca e la storia ha fatto il giro del web, scatenando discussioni tra favorevoli e contrari. A dispetto di questi ultimi, petaloso è già nel dizionario Treccani e il suo ingresso nella lingua italiana è quasi cosa fatta.
PISELLABILE. I legumi non c’entrano. Pisellabile ha piuttosto attinenza con l’altro significato di pisello, quello sessuale: viene usato, non senza maschilismo, per riferirsi a una donna sessualmente attraente.
COLAZIONARE. Se possiamo pranzare e cenare, perché non possiamo colazionare? E infatti il neologismo è uno di quelli che ha ricevuto più segnalazioni sul sito della Crusca, dove si trova anche “merendare”.
PUCCIOSO. Aggettivo che (forse) deriva dal bambinese “pucci pucci”, relativo al senso di tenerezza che proviamo davanti a cuccioli di animali o oggetti piccoli e d’aspetto gradevole.
SCIABBARABBA. Termine, forse di origine laziale, che indica una reazione inconsulta, spesso eccessiva, a seguito della perdita di lucidità come in “m’è partita la sciabbarabba e gli ho dato un pugno”.
SHIPPARE. Qui la questione si fa complicata. C’è chi dice che stia per consegnare (in virtù di shipping, in inglese “spedizione”). E chi invece propende per un significato che deriva da relationship (relazione), intendendo il coinvolgimento emotivo dei fan per una coppia di personaggi (reali o di invenzione). Di solito quando si “shippa” una coppia, i nomi dei due componenti si fondono, sì da creare un unico nome, come Brangelina (Brad Pitt + Angelina Jolie) o Billary (Bill + Hillary Clinton).