A poche ore dalla diffusione del primo trailer di Knights of the Zodiac: Saint Seiya, la serie in computer grafica targata Netflix tratta dallo storico manga di Masami Kurumada, i commenti dei fan si sono inevitabilmente polarizzati attorno alla controversa scelta di trasformare Shun (Andromeda, nell’edizione italiana) in Shaun, ovvero in un personaggio di sesso femminile.
Chiunque abbia una minima conoscenza della saga in questione sa che Andromeda non è solo uno dei personaggi principali e più iconici, ma anche una figura che spicca per singolarità di carattere e aspetto. Innanzitutto, nonostante si tratti di uno dei cavalieri più forti, Andromeda è un ragazzo pacifico e gentile che non ama combattere se non in casi eccezionali, e che quando sconfigge i suoi avversari preferisce risparmiare loro la morte. In secondo luogo, il suo viso aggraziato, i capelli lunghi e l’armatura rosa lo rendono una figura maschile ulteriormente atipica, perché connotata da elementi estetici generalmente associati alla sfera del femminile.
Se da un lato tutto ciò ha contribuito a farne nell’immaginario infantile e adolescenziale un facile capro espiatorio, per cui in qualsiasi gruppo di ragazzini la parte di Andromeda spettava al più debole, dall’altro è innegabile che il personaggio sia sempre stato e sia tutt’ora uno dei più amati dal pubblico giapponese, come testimoniano i risultati di numerosi sondaggi effettuati nel corso degli anni e lo status di icona che Andromeda ha assunto nell’immaginario yaoi.