La notizia è stata diffusa dall’Alleanza LGBT dell’Azerbaigian, un’organizzazione per la difesa dei diritti degli omosessuali.
Lo scorso 12 agosto Malik, un 18 enne di Azerbaigian, è stato fotografato da un ragazzo mentre partecipava ad un gay pride. La foto è stata inviata alla sua famiglia che ha deciso bene di punirlo in modo esemplare: dandogli fuoco con della benzina. Per fortuna Malik è riuscito a scappare e ora si trova in un posto sicuro, lontano da tutti.
Anche se Azerbaigian sia un paese laico che non riconosce l’omosessualità come reato dal 2012, la componente musulmana della popolazione conserva una forte ostilità a riguardo. La maggior parte degli omosessuali del paese è costretta a nascondersi e a vivere in “segreto” la propria identità sessuale.
Lo scorso gennaio un altro caso aveva suscitato numerose polemiche: il suicidio del leader del Gruppo LGBT liberi dell’Azerbaigian, il ventenne Isa Shakhmarli, il quale si era impiccato con una bandiera arcobaleno, lasciando scritto “Non sopporto più di vivere in questo Paese e in questo mondo. Siete tutti colpevoli per la mia morte, questo mondo non sa maneggiare i miei veri colori“. A pochi giorni dalla sua morte, durante il funerale, gli abitanti della zona hanno lanciato delle pietre sulle auto dei partecipanti come segno di dissenso con la scelta di seppellire il corpo di un omosessuale nel loro stesso cimitero.
Questi episodi di omofobia hanno indotto la comunità LGBT a proporre un disegno di legge per la protezione delle minoranze sessuali; inoltre le organizzazioni che operano a favore dei diritti degli omosessuali chiedono che ci sia un’educazione più aperta all’interno delle scuole e che il 22 gennaio venga riconosciuto come “giorno dell’orgoglio gay”, in memoria del suicidio del leader del gruppo.