Tra le conseguenze che le coppie stanno vivendo a causa della convivenza “forzata” generata dal lockdown si aggiunge l’aumento esponenziale di richieste di separazione.
Lo ha rivelato l’Associazione nazionale divorzisti sulla base di dati raccolti intervistando in forma anonima un campione significativo di legali che si occupano di separazioni.
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Matteo Santini, presidente dell’Associazione, ha motivato il dato precisando che una situazione simile non si era mai verificata prima: «In nessun periodo storico le persone sono state costrette a vivere dentro casa per mesi e mesi con convivenze forzate. Alla fine litigano e vengono fuori tutte le fobie e le frustrazioni, è una bomba ad orologeria».
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Il dato rivela che l’aumento di richieste di separazione si attesta in media intorno al 60% rispetto all’anno precedente. Autoisolamento, problema sanitario, smart working, figli che studiano a casa con la didattica a distanza: si sono rivelati ingredienti di una “miscela esplosiva“ che ha scatenato litigi e portato alla luce tradimenti.
L’indagine ha rivelato che la maggior parte delle richieste arriva dalle regioni del Nord Italia. Concentrazione che, come spiega Santini, è legata alla migliore condizione economica. E, prima di una stabilizzazione, il trend sembra essere destinato ad aumentare ancora, almeno nei prossimi mesi. Molte coppie, infatti, hanno semplicemente deciso di aspettare prima di prendere una decisione così importante, ma le spaccature, in molti casi, sono ormai insanabili.