Il Piemonte ha una nuova legge a favore dei diritti e contro ogni forma di discriminazione, inclusa quella basata sull’orientamento sessuale.
Il testo approvato il 16 marzo dal Consiglio regionale è stato fortemente voluto dall’assessora ai Diritti, Monica Cerutti, secondo la quale “il Piemonte fa un passo avanti significativo dal punto di vista dei diritti, torna ad essere una Regione all’avanguardia in questo campo e colma un vuoto figlio dell’assenza di una normativa nazionale. Non ci saranno discriminazioni di serie A o di serie B, ma un’azione contro tutte le discriminazioni possibili”.
“La Regione – ha poi ricordato l’assessora – ci provò già dieci anni fa, quando nel 2006 un testo contro le discriminazioni venne licenziato in Giunta ma non divenne mai legge; dieci anni dopo ce l’abbiamo fatta. Il lavoro per giungere all’approvazione di questa legge è stato lungo e partecipato perché frutto di confronto e concertazione sia in Commissione, sia con associazioni e con cittadini/e che hanno risposto alla consultazione online”.
La legge fornisce anche una base giuridica certa per l’attivazione della Rete regionale contro le discriminazioni, che servirà ad accogliere e orientare le vittime grazie ad un Nodo in ciascuna Provincia ed alle reti territoriali. Cerutti a questo proposito ha sottolineato che “si tratta di una legge che vuole essere di principio, ma che ha una forte base pratica perché permette di attivare interventi di autorità specifiche come nel caso del Difensore civico, che vede estese le proprie competenze a tutela per esempio di cittadini/e diversamente abili che devono avere garantito l’accesso a farmacie pubbliche, studi medici o mezzi di trasporto; o come nel caso delle donne straniere che portano il velo e che possono essere discriminate al momento della registrazione di un documento come la carta d’identità oppure nel caso di bandi pubblici per soli/e cittadini/e italiani/e. In questo caso ad attivarsi è la Rete regionale contro le discriminazioni; nel caso di pubblicità lesive delle dignità dell’immagine della donna sarà il Corecom”.
La legge introduce numerose altre innovazioni: rispetto della parità di trattamento da parte dei fornitori che stipuleranno contratti con la Regione; richiamo del principio di parità di trattamento nelle elezioni in attesa della nuova legge elettorale che stabilirà la forma di questa parità; interventi di informazione, formazione e sensibilizzazione nei confronti di tutte le categorie di operatori pubblici, estensione delle competenze del Garante dei detenuti anche ai casi di ex detenuti in via di reinserimento; promozione di iniziative di responsabilità sociale di impresa connesse all’attuazione del principio di non discriminazione; consultazioni periodiche con associazionismo coinvolto e competente per materia; obbligo per la Regione e gli enti strumentali di pubblicare ogni anno una relazione sullo stato di attuazione della legge sul diritto al lavoro dei disabili.
Ora ci saranno a disposizione 180 giorni per elaborare un Piano regionale che preveda azioni specifiche contro le discriminazioni secondo le materie di competenza regionale: salute, prestazioni sanitarie e politiche sociali, diritto alla casa, formazione professionale e istruzione, politiche del lavoro, promozione dell’imprenditorialità e responsabilità sociale delle imprese, attività culturali, turistiche, sportive, ricreative e commerciali, formazione e organizzazione del personale regionale, comunicazione, trasporti e mobilità.
A livello economico vengono stanziati 150.000 euro l’anno per le iniziative di sensibilizzazione, formazione del personale, prevenzione dei casi di discriminazione e viene creato il Fondo regionale per le vittime di discriminazione con un primo stanziamento di 100.000 euro annui. Il Piemonte diventa così la prima Regione Italiana a istituire, dopo quello del Governo, il Fondo regionale per le vittime di discriminazione.