Orietta Berti pubblica “Diverso“, brano in collaborazione con Casa Arcobaleno, contenuto nell’album La mia vita è un film.
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La cantante è tornata a dire la sua sul tema dell’omosessualità lanciando un messaggio forte e chiaro a tutte le mamme che non accettano i propri figli per ciò che sono, al di là delle loro preferenze sessuali.
“Alle madri che, scoprendo di avere un figlio gay, lo rifiutano, magari su pressione dei familiari omofobi, io chiedo: ‘Ma che razza di mamme siete?’”, ha dichiarato Orietta Berti al settimanale Gente ponendo di nuovo l’accento su un tema di strettissima attualità che merita sempre più attenzione, anche da parte della musica.
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D’altronde la Berti, intervistata da Gabriele Lazzaro per Novella2000, aveva già espresso in passato tutta la sua vicinanza nei confronti della comunità LGBTQI+: “Abbattere la piaga dell’omofobia continua a essere necessario. C’è ancora troppa ignoranza, la strada purtroppo è lunga”, aveva dichiarato durante il lancio dell’album.
In quell’occasione Orietta aveva anche confessato quale sarebbe stata la sua risposta ad un eventuale coming out del figlio: “Siamo nati per amare, non importa chi. Nessuno può né deve negarci questo diritto“. Insomma, una visione aperta del mondo che ancora una volta dimostra la sua grandezza come artista e come persona.
Sempre nell’intervista rilasciata al settimanale Gente Orietta Berti ha spiegato di aver scelto di dedicare due brani del suo ultimo album al tema della violenza sulle donne – Il coraggio di chiamarlo amore – e al tema dell’omosessualità proprio perché “Spero, attraverso la musica, di dare il mio contributo a smantellare certi preconcetti disumani”.
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Un’affermazione che ritroviamo proprio nel brano Diverso dove protagonista è una madre che invita il proprio figlio ad aprirsi con lei promettendogli che lo ascolterà e lo accoglierà, senza giudicarlo: “Io penso che le persone siano nate per amare al di là di sesso, anima e ragione. Ti sei innamorato, beh, che male c’è?“, canta nel ritornello.
Un vero e proprio inno all’amore libero che è riuscito nel proprio intento di creare dibattito sul tema e quindi anche spostare l’attenzione sull’errore che le famiglie fanno nell’abbandonare i propri figli, incitandoli ad accoglierli per la loro unicità, al di là di preferenze sessuali, credenze religiose.