Il ddl Zan è stato ripresentato, nel suo testo originale, in Parlamento.
Il partito democratico ha scelto di ripresentare il disegno di legge a sei mesi dall’affossamento in Senato quando ci furono applausi dall’altra parte dell’emiciclo. Il testo, in 10 articoli, è quello approvato dalla Camera nel 2020 e bocciato dal Senato lo scorso novembre, dove sono venuti meno voti di forze che invece avevano dato il loro sostegno a Montecitorio. L’obiettivo è riguadagnare quei consensi.
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«Ripresentiamo il ddl Zan nella sua versione originale per una battaglia che praticamente noi non abbiamo mai abbandonato. Siamo comunque disposti a modifiche. Per noi il campo dei diritti è fondamentale, rimane fondante nel Dna del partito. Riteniamo che sia possibile e doveroso approvare la legge contro l’omotransfobia e se non riuscissimo sarebbe una sconfitta per il Paese» ha detto il segretario del Pd Letta ripresentando il testo.
Alessandro Zan, che ha dato il nome al disegno di legge, ha spiegato: «L’Italia è l’unico Paese che in Europa non ha una legge contro i crimini d’odio insieme all’Ungheria e la Polonia. E non può essere che l’Italia sia sullo stesso piano dell’Ungheria di Orban».
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Dal centrodestra immediate le repliche. «Ripresentano lo stesso testo della legge Zan? Queste sono le priorità del Pd», ha detto Maurizio Gasparri di Forza Italia, «Ma se errare è umano, perseverare, come si sa è diabolico. Punire più severamente le discriminazioni è doveroso. Introdurre nuove discriminazioni e reati di opinione è una scelta sbagliata, che si confermerà perdente».
Le speranze di vedere il testo approvato in questa legislatura sono pochissime. «Ripresentiamo il testo così come è uscito dalla Camera e speriamo in un miracolo, ovvero che chi lo ha votato alla Camera lo rivoti in Senato. Il Pd aderisce a tutta l’onda dei pride», ha detto la senatrice Monica Cirinnà.
Restano gli stessi i punti in discussione. «Togliere l’identità di genere come chiedono in molti significa togliere la protezione ai transgender che sono le persone più discriminate; e le più uccise, visto che l’Italia è il paese dove ne vengono ammazzate di più in Europa» ha detto alla Stampa Alessandro Zan. C’è il nodo della scuola, dell’ingresso nelle aule delle tematiche Lgbtqi+, e quello della celebrazione della giornata mondiale contro l’omotransfobia. Su tutto si pone il problema dell’articolo 4 che è stato accusato di limitare la libertà di opinione.
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Niente è cambiato rispetto alla bocciatura in Senato e sembra difficile che il centrodestra approvi un testo che potrebbe essere baluardo del centrosinistra anche nella prossima campagna elettorale. La fine naturale della legislatura è fra meno di un anno, nel marzo 2023. La scelta di ripresentare lo stesso testo da parte del Pd sembra più una scelta di bandiera che una proposta in grado di arrivare a compimento.