“Nel presente contesto storico” è da escludere che “il termine ‘omosessuale’” abbia conservato “un significato intrinsecamente offensivo come, forse, poteva ritenersi in un passato nemmeno tanto remoto“. Così, la Cassazione, ha cancellato ogni pregiudizio dal significato della parola OMOSESSUALE. Il termine è entrato nell’uso corrente e non è lesivo nei confronti di nessuno, gay o etero che sia. “La tipicità della condotta di diffamazione consiste nell’offesa alla reputazione – scrive la Suprema Corte – è dunque necessario che i termini dispiegati o il concetto veicolato, nel caso di comunicazione scritta o orale, siano oggettivamente idonei a ledere la reputazione del soggetto. È innanzi tutto da escludere che il termine ‘omosessuale’ utilizzato dall’imputato abbia conservato nel presente contesto storico un significato intrinsecamente offensivo“. Il presidente onorario dell’Arcigay, Franco Grillini, ha commenta la sentenza della Cassazione: “sono parole positive che si possono usare tranquillamente. Occorre nei fatti accettare l’omosessualità nella società senza più pregiudizi e smetterla di utilizzare un termine come questo offensivo”.