“Sono qui in veste di alleato, cerco semplicemente di dare il mio sostegno, il più possibile, ma il vero lavoro che stanno facendo tutte queste ragazze è incredibile. Sono estremamente orgoglioso dell’opportunità di far parte di questo bellissimo progetto e sono molto felice che si sia arrivati ai luoghi più importanti”. Lo ha detto Damiano David, il cantante e frontman del gruppo rock italiano Maneskin al termine della conferenza stampa alla Camera di presentazione della proposta di legge per il riconoscimento di vulvodinia e neuropatia del pudendo nei livelli essenziali di assistenza del sistema sanitario nazionale.
Giorgia Soleri e Damiano dei Måneskin non si nascondono più: la bellissima foto
Alla conferenza stampa ha partecipato la sua fidanzata, Giorgia Soleri, esponente del comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo. “Non sono qui solo per Giorgia, ma per tutte le persone che fanno parte del comitato e che soffrono. Adesso, si può solo sperare per il meglio, spero che l’attenzione sia sulle cose giuste”, ha concluso il cantante.
Visualizza questo post su Instagram
Giorgia Soleri è stata una delle prime a rendere pubblica questa patologia, aprendo la strada alla creazione di un comitato che oggi ha avuto voce anche alla Camera dei deputati. L’influencer ha raccontato in diverse occasioni sui social la sua malattia, spingendo altre donne a non vergognarsi e a unirsi a lei nella battaglia per il riconoscimento della vulvodinia come malattia invalidante. Un percorso lungo e faticoso che, però, ora sembra stia dando qualche risultato, nella speranza che la proposta di legge possa presto trasformarsi in qualcosa di concreto.
Giorgia, fidanzata di Damiano dei Maneskin, fa coming out: “Sono bisessuale”
Cos’è la Vulvodinia?
La vulvodinia è una malattia ginecologica caratterizzata da dolore cronico a carico della vulva e dei tessuti che circondano l’accesso alla vagina.
Il dolore vulvare cronico che contraddistingue il disturbo è associato tipicamente a forte bruciore, dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali) e arrossamento; solo raramente, è accompagnato da altre lesioni osservabili macroscopicamente.
Pur essendo una patologia di frequente riscontro (colpisce circa il 12-15% delle donne), la vulvodinia può essere diagnosticata tardivamente, oltre a non essere curata per anni, perché sottostimata (nota: è considerata una malattia “invisibile”) e percepita come difficile d’affrontare. Non a caso, a lungo, la vulvodinia è stata classificata come “psicosomatica” o, addirittura, “psicogena”: in realtà, questa interpretazione è obsoleta, poiché si tratta di una malattia con solide basi biologiche che ricadono nell’ambito ginecologico, che può essere gestita efficacemente con un adeguato protocollo terapeutico.