A cura di Simone Di Matteo
“Panta rei” recita il più celebre aforisma che l’immaginario collettivo riconduce ad uno dei maggiori pensatori presocratici, il filosofo Eraclito, secondo il quale tutto si muove e nulla sta fermo. Peccato solo, però, che la stupidità di alcuni personaggi che popolano il piccolo schermo, per non parlare di quelli in vetta alle classifiche del Web, sia fin troppo in movimento e di arrestarsi proprio non ne voglia sapere. “Tu mi fai girar come fossi una bambola”, essenzialmente le palle, degli occhi, non fraintendiamoci, se ne leggono di idiozie al giorno d’oggi!!!
E così, tra chi non riesce a perdere quelle noiose abitudini e convinzioni e chi invece è predisposto al cambiamento, c’è chi al caso si affida e finisce per prendere un cieco per guida. A Uomini&Donne Gemma Galgani, dopo aver collezionato un insuccesso dietro l’altro in campo sentimentale, si è vista costretta ad effettuare un lifting ai limiti del patetico finendo unicamente per assomigliare a Jim Carrey in “The Mask”. Della serie, alle volte è più semplice passare dalla padella alla brace che fare la O con un bicchiere!
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A Pomeriggio Cinque, tra le tante, Karina Cascella è apparsa scandalizzata per i modi di fare di Patrizia De Blanck nella casa più spiata d’Italia, tanto da definirla “un pessimo esempio”, dimenticando, forse, quell’infinità di selfie che lei da anni, al pare di moltissime altre, ci propina sui social network strumentalizzando, per una manciata di like, il corpo delle donne. Chiariamoci una volta per tutte: seni e fondoschiena sbattuti in primo piano alla mercé di milioni di utenti, adulti e non, non sono sexy, sono semplicemente volgari e di gran lunga più deleteri di un bel vaffanculo! Se non altro, la De Blanck riesce a strapparci un sorriso mentre Karina, quando parla per partito preso, mi fa venire solamente l’acidità di stomaco! Lo stesso effetto che mi ha causato l’aver sentito blaterare a vanvera, nello studio di Live – Non è la d’Urso, quella marmaglia di araldisti, giornalisti e marchesi per identificazione personale che continuano a disquisire circa la veridicità dei nobili natali della Contessa del popolo. Non vorrei ricordare un’ovvietà, ma i titoli nobiliari di qualsivoglia lignaggio sono stati dichiarati privi di valore con l’entrata in vigore della Costituzione Italiana il 1° gennaio 1948. Fatevene una ragione!
Al Grande Fratello Vip Fausto Leali ha portato con sé un inestimabile bagaglio traboccante di arretratezza culturale ed è riuscito a guadagnarsi giusto la squalifica. “Nero è il colore, negro è la razza” ha affermato riferendosi a Enock Barwuah, fratello minore del più noto Mario Balotelli, ripetendo pedissequamente un termine che oggigiorno lascia alquanto a desiderare. Speravo che il movimento Black Lives Matter, le morti di George Floyd e Breonna Taylor, e tutte quelle proteste a cui quotidianamente assistiamo, senza trascurare ciò che la Storia ha tramandato, ci avessero finalmente insegnato qualcosa. Evidentemente è chiaro che, nonostante il suo non sia apparentemente un episodio che inneggia al razzismo, l’ignoranza è il più grande flagello del mondo! E sempre nei salotti di Barbara d’Urso, Gian Maria Sainato e Marco Ferrero, in arte Iconize, hanno accusato il giovane rampollo di una casata mai esistita, Tommaso Zorzi, lo stesso che Alfonso Signorini grazie ad un fortuito scambio di persona avrebbe confuso con Enzo Miccio, di non mostrarsi per ciò che è, nemmeno fosse l’ultimo dei segreti di Pulcinella! D’altro canto, che l’ironia e l’autoironia a cui Tommaso ci aveva abituati sulle sue pagine social non avessero varcato con lui la porta rossa, ce ne eravamo accorti già da un bel pezzo. A tal proposito, la querelle scoppiata con Franceska Pepe mi rammenta uno dei versi più conosciuti della Bibbia, ossia “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”. Pertanto, nel momento in cui ti rivolgi a te stesso al femminile (“momager”, “soubrette”, “una p*****a” con la quale è meglio non “fo**ere”), non puoi aspettarti che chi ti sta intorno si comporti diversamente, specialmente se anche tu in primis lo fai con chiunque ti capiti a tiro. “È facile sentirsi vittima della propria vita – diceva qualcuno – puntare il dito verso gli altri o qualcosa che ci offende, scredita, limita. Ma a trattarci male molte volte siamo noi stessi”. “Io su di me posso fare quello che voglio” mi risponderai, certo, ma non sugli altri. Dunque, fly down baby, che se caschi ti fai male!