“Chi fa televisione deve essere consapevole di aver parte nel processo educativo di coloro che la seguono”. Così ci ricordava il grande filosofo austriaco Karl Popper poco più di vent’anni fa, sottolineando nella sua celebre opera “Cattiva maestra televisione” quanto la tv possa essere una pessima insegnante, teorie che oggi risultano essere più attuali che mai. Che ci piaccia oppure no, il piccolo schermo influisce pesantemente sulla società, negativamente parlando, attraverso il continuo passaggio di valori e pessimi esempi che rappresentano con esattezza tutto il contrario di ciò che dovrebbe essere.
La tv del dolore e della violenza, degli sciacalli e dei perbenisti, quella fatta dagli amici di-, dai parenti di- e dai fidanzati di-, in cui si condanna l’opinabile e si assolve il perseguibile, e dove, il più delle volte, a pagare è chi non lo meriterebbe. Il Grande Fratello Vip, o meglio, la quarta edizione del padre dei reality condotta da Alfonso Signorini, seppur con qualche piccola e rara eccezione, la incarna a pennello, nutrendo un pubblico inerme che, a dispetto di quello che si dice, non è più sovrano. Mi chiedo se è in nome di un’amicizia o magari in virtù di chissà quale accordo che si continua a difendere in ogni singola puntata Antonella Elia! Ma solo io la trovo indifendibile? Dare a Valeria Marini del “mostro, clown, personaggio senza senso e privo di dignità, idiota, campana stonata, ridicola, poveraccia”, oppure spintonarla, non fa di nessuno una vittima schernita da non so quale branco di idioti probabilmente, semmai una carnefice a tutti gli effetti che meriterebbe lo stesso trattamento riservato a chi, prima e come lei, ha fatto sfoggio dello stesso comportamento. Farsi portavoce di messaggi contro la violenza sulle donne e il bullismo, ergersi a martire quando, in realtà, si è fra i primi a perpetrarli, ci rende uguali a quei disgustosi promotori del cattivo gusto e dell’indecenza. Invece di fare entrare la Elia nella casa più spiata d’Italia, non potevano accompagnarla in un centro di riabilitazione per curare quelle turbe psichiche che non le sono ancora state diagnosticate?!
Come se non bastasse, in quel di Cinecittà, pare che la religiosità e la fede, da intendersi non per forza come strettamente “cattolica” o “cristiana”, non siano viste di buon occhio, tanto che lunedì sera si è scatenata un’accesa discussione da Scisma d’Oriente. Sorvolerei sull’ipocrisia e il bigottismo dei presenti in studio, preferisco di gran lunga concentrarmi sulla leggerezza e la faciloneria con la quale è stata giudicata Fernanda Lessa. È inaccettabile che si calpestino con estrema superficialità le credenze popolari altrui e le tradizioni culturali differenti dalla nostra, arrivando addirittura a definirle come “medievali”, “riti di magia nera” e“voodoo”. Cosa c’è di male in un semplice bagno con il sale?! E poi, anche fosse stato per allontanare una qualsivoglia tipo di negatività percepita, chi siamo noi per poterci permettere di sentenziare?! Quando non si ha nulla da dire o non si comprende minimamente ciò di cui si sta parlando, si farebbe meglio a rimanere in silenzio. E questo dovrebbero tenerlo bene a mente anche Wanda Nara e Pupo, i cui commenti insensati si sprecano nemmeno fossero gli indesiderati “a te e famiglia” durante il periodo delle festività. Mi meraviglio che nel 2020 cose del genere accadano ancora!
Aveva ragione da vendere Maurizio Costanzo, mentre apostrofava il Gf come “una finestra sulla discarica”, d’altronde siamo tutti destinati all’umido!!!