Francesca Favotto per “www.vanityfair.it”
In un mondo in cui tutto corre veloce, anche il sesso si è dovuto adeguare: oggi con le app di dating appare più semplice conoscersi. Vedo – clicco – scelgo e in un attimo si è seduti al tavolo per un caffè con un potenziale partner.
Ma è davvero così facile poi intrattenere una relazione? E tutta questa tecnologia ha portato a vivere il sesso in maniera più libera e disinvolta oppure è ancora un tabù?
Abbiamo rivolto queste domande a due professionisti del settore, per indagare in modo più approfondito il mondo del sesso 3.0: Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, volto noto di programmi come Loveline, in onda su Mtv, o Sessolosapessi, su Odeon Tv; e Sara Gaiani, sensual trainer de La Chiave di Gaia, ideatori e promotori di incontri e aperitivi in cui si parla non solo di sesso senza inibizioni e remore, ma anche di benessere sessuale, con approfondimenti anche da un punto di vista medico.
Dottor Rossi, com’è cambiato il modo di approcciarsi al sesso oggi?
«Il mondo sta cambiando a una velocità stupefacente, e anche i più “classici e tradizionali” rituali del corteggiamento o del tradimento si sono dovuti adeguare alle nuove tecnologie: nell’era del 3.0 alla freccia di Cupido si è sostituito il click del mouse!
La virtualizzazione dell’incontro genera aspettative di ipervelocità seduttiva, stile “vedo-scelgo-clicco-incontro”; questa velocità ha contagiato anche la vita sociale e soprattutto quella erotica.
Non è più tempo ormai per le palpitazioni al cuore in attesa di una telefonata, un sms, l’ansia del primo appuntamento o della prima volta. Tempi passati, superati.
Nell’era di Internet ai piaceri reali sotto le lenzuola, si preferiscono quelli puramente virtuali, fatti di tute, televibratori, genitali computerizzati e video interattivi. L’aspetto più preoccupante del fenomeno delle nuove relazioni sempre più “virtuali” è però l’alto tasso di disagio psicologico che ne consegue e soprattutto la totale dipendenza e incapacità poi di avere un rapporto sessuale vero e soddisfacente. Più intensa è l’attività sessuale online, più alto è il livello di depressione e di ansia».
Le app di dating hanno semplificato o complicato il flirt, l’incontro, l’innamoramento?
«Più che semplificato, le hanno “velocizzate”. Ormai la seduzione via Internet ha un nome: Gatsbying, ovvero una tecnica di seduzione che potremmo dire a distanza, perché di fatto non comporta dialogo né alcun ammiccamento virtuale diretto con la “preda”.
Si tratta piuttosto di creare l’atmosfera giusta, proprio come faceva Gatsby, da cui deriva il nome della tecnica, organizzando feste lussuose a base di alcool per conquistare la donna del momento.
Nella pratica, basta postare sui social network utilizzati anche da lui/lei scatti studiati nei minimi dettagli, con sguardi maliziosi, trucco impeccabile, abiti provocanti, che attirino l’attenzione.
Banditi però i messaggini e i like al suo profilo. Il Gatsbying, quindi, è una tecnica per testare il suo interesse, una sorta di pre-corteggiamento allusivo ma mai diretto.
Molto amato dai millennials, sta divenendo popolare anche tra i giovanissimi e i più maturi. Ma il rischio del Gatsbying è l’assenza di responsabilità, perché così non si è costretti a mettersi in gioco in modo diretto, schivando il problema di un eventuale rifiuto.
Purtroppo con la stessa velocità con cui ci si incontra e si chatta… ci si lascia anche, grazie al ghosting, usato per descrivere l’atto di scomparire dalla vita di un partner, ignorando le chiamate, i messaggi di testo e i messaggi dei social media.
Fino a oggi il termine di una relazione era legato a un “punto di arrivo” in cui la coppia, per scelta di uno dei due o di entrambi, sceglievano di porre fine alla relazione. Ma con le nuove tecnologie, la semplice interruzione dei contatti digitali con il partner è diventato un modo semplice per segnalare la fine di una relazione».
Le relazioni che nascono oggi che difficoltà incontrano a causa della tecnologia?
«L’uso eccessivo della tecnologia condiziona in negativo la coppia sia da un punto di vista relazionale che sessuale. Secondo i dati del Censis, il 73% degli italiani è connesso (troppo) a Internet. Vale per i single, ma anche per le coppie.
Un’eccessiva attenzione tecnologica ci allontana però dalla vita sessuale: non solo il sesso si fa meno, ma si fa anche peggio. Una ricerca dell’Università di Pittsburg, per esempio, ha rilevato che vivere costantemente sui social network può provocare difficoltà di erezione per lui e un’ansia da rapporto sessuale per lei.
Oggi il terzo incomodo non è più l’amante in carne e ossa, ma il telefonino: sono circa 3 su 10 (28%) gli uomini che dedicano tutte le serate a mouse e tastiera, mentre quasi una donna su 2 (43%) non si separa dal telefonino nemmeno sotto le lenzuola.
Questo ha delle conseguenze deleterie sulla coppia: secondo uno studio condotto da un gruppo della statunitense Cleaveland Clinic, il telefonino avrebbe effetti negativi anche sulla qualità dello sperma: gli spermatozoi risulterebbero meno numerosi, meno mobili e meno potenti.
Non solo, per colpa del cellulare sempre sul comodino, la frequenza dei rapporti sessuali scende drasticamente, fino a registrare percentuali altissime come il 70% in meno».
C’è da dire però che la tecnologia negli ultimi anni ha anche ampliato gli orizzonti e ha invitato le persone a parlare e a vivere il sesso anche più liberamente.
Merito anche di nuove figure professionali, come la sensual trainer Sara Gaiani, founder de La Chiave di Gaia: «Da semplice venditrice a domicilio di alcuni strumenti o gadget per movimentare la vita sessuale, come lubrificanti o sex toys, mi sono resa conto che non bastava vendere: le persone avevano bisogno di essere educate e accompagnate in questo percorso di prodotti erotici e di salute sessuale.
Così è nata la professione della sensual trainer, una figura formata che accompagna la donna e la coppia verso un percorso tra la testa, il cuore e il sesso. Durante gli incontri a domicilio, espongo e spiego diversi prodotti, come palline della geisha, oli da massaggio, sex toys… Lo scopo è parlare di sesso e sessualità in contesti “normali” per eliminare tanti tabù e soprattutto cercare di vivere al meglio la propria sessualità».
Ma è cambiato il modo di intendere il sesso negli ultimi anni? E se sì, com’è cambiato per le donne e per gli uomini?
«Non è affatto cambiato, è un argomento ancora tabù, anzi, negli ultimi anni direi che siamo un po’ tornati indietro… Forse le donne hanno un po’ più di consapevolezza delle loro esigenze sessuali e cercano di comunicarle di più ai loro partner, mentre gli uomini piano piano capiscono che le donne cambiano con il tempo e vanno soddisfatte e comprese nelle loro fantasie».
Prodotti erotici: com’è cambiato l’approccio a questi giochi? Quali sono le novità in tema di sex toys?
«Il mercato si è concentrato molto di più sul piacere femminile, per questo i sex toys che negli ultimi due anni hanno spopolato sono di sicuro quelli dedicati al piacere clitorideo. Esistono poi quelli tecnologici, che possono essere telecomandati.
L’innovazione però non sta solo nell’alta tecnologia, ma anche nella comodità dell’uso di un’app, che può consentire di fare sesso a distanza. Infine, l’ultima frontiera sono i robot e le bambole che fanno sesso solo se si è gentili con loro.
Raccomando però sempre di acquistare prodotti di qualità che tutelino la salute sessuale, presentati da personale preparato: non basta consultare il web e comprare il primo prodotto che capita. Un sesso migliore passa anche da questo».
Francesca Favotto per “www.vanityfair.it”