Nuovi guai giudiziari per don Massimiliano Pusceddu, l’ex parroco di Vallermosa, nel sud Sardegna, già condannato a un anno e mezzo per lesioni, minacce e porto abusivo di pistola.
Nel 2016 il terribile discorso tenuto dal prete durante il quale lo stesso ha esortato i fedeli della sua chiesa ad uccidere i gay perché “non hanno fede ed è Dio a dirci che meritano la morte”.
LA STORIA: L’assurdo slogan di Riscossa Cristiana: “Per entrare in paradiso bisogna uccidere gay e lesbiche”
Durante il processo di primo grado il sacerdote avrebbe chiesto il patrocinio a carico dello Stato dichiarando un reddito inferiore rispetto ai circa 11mila euro previsti per legge. Un accertamento fiscale avrebbe poi accertato che l’ex parroco di Vallermosa aveva ricevuto redditi per 12 mila euro e, da questo, è nata una nuova segnalazione alla Procura.
La nuova tegola giudiziaria per il prete-pugile (Pusceddu ha all’attivo diversi incontri da dilettante) è una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Danilo Tronci che verrà discussa il 22 maggio davanti alla Gup del Tribunale di Cagliari, Cristina Ornano.
Il sacerdote, difeso dall’avvocato Sandro Sassu, è certo di riuscire a chiarire l’errore e ha chiesto il rito abbreviato: sarà sentito il funzionario dell’Agenzia delle Entrate che ha eseguito l’accertamento.
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Nel frattempo, assistito dal legale Ignazio Ballai, il sacerdote ha proposto ricorso in appello contro la condanna ad un anno e mezzo pronunciata lo scorso anno dal giudice Giampiero Sanna: secondo l’accusa avrebbe minacciato e picchiato un parrocchiano che aveva sposato perché la moglie aveva confidato al sacerdote delle presunte infedeltà. Nell’occasione don Massimiliano avrebbe portato con sé una pistola poi poggiata sul tavolo. L’episodio risale al 2014.