“Basta con la propaganda dei Fazio e delle Annunziata, con la ‘kultura’ con la k. È ora che la Rai entri nelle case degli italiani dicendo ‘buonasera’, col sorriso”. Claudio Lippi, 78 anni appena compiuti, è alla buvette di Montecitorio.
Lo storico presentatore televisivo è tra i volti che la nuova Rai sovranista potrebbe presto riesumare. “Ma finché non firmo il contratto non ci credo”, dice lui. Che però confida: “Sto lavorando a due programmi, non vedo l’ora”.
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Lo accompagna il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Pellicini, che gli fa da Cicerone. “È la prima volta che entro in questo palazzo- dice Lippi mentre passeggia in Transatlantico- è meraviglioso”. Dopo il caffè, percorre i corridoi della Camera salutando qualche altro deputato che lo riconosce e gli stringe la mano. In abito grigio e cravatta azzurra, si ferma volentieri a conversare con l’agenzia Dire.
L’ultima volta in Rai Lippi fece coppia con Elisa Isoardi, fidanzata di Salvini all’epoca. “No- corregge- era appena finita. Ci metteva tanta buona volontà lei, io ho dovuto fare l’assistente sociale…”.
Due programmi, dicevamo. “C’è ‘Ieri, oggi’, è un vecchio programma che parla di televisione, usa degli spezzoni d’archivio. Ne ho visto uno bellissimo dove c’è Sophia Loren che si ‘offre’ a un vigilante di Cinecittà per entrare e provare col cinema. Tutti li fanno i compromessi, ma poi solo il talento ti porta avanti. Ecco, è il momento di portare il talento in Rai”.
Non sembra proprio questo il criterio di selezione… “Ma ci dobbiamo credere, altrimenti resta un’utopia. Certo, finora non è andata così. Casalino, per esempio, si crede un grande ufficio stampa?”. Ma che c’entra Casalino adesso… “Andrea Coletta, il direttore che per fortuna non c’è più, ha fatto lavorare gay e gaie solo per il motivo di esserlo. Tanti e tante che non avevano alcuna competenza, la Rai usata per fare coming out. Ma le pare? Allora anche noi etero dovremmo fare coming out, no? Vabbè, basta, dirà che sto delirando…”.
LA RISPOSTA DELLA RAI:
“Alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore”. Lo rende noto Viale Mazzini, in seguito a affermazioni di Lippi riportate da La Stampa. “Basta con la propaganda dei Fazio e delle Annunziata. Basta con la “kultura” con la k”, dice il conduttore. “Serve il linguaggio popolare di Giorgia“, aggiunge, auspicando anche “meno gay e gaie” in tv che in questi anni hanno lavorato “solo per il fatto di esserlo“.