Claudio Baglioni ha ancora una volta stupito tutti con un annuncio che nessuno si aspettava: dopo aver tagliato il traguardo di 60 anni di carriera, ha deciso che entro il 2026 smetterà. Il motivo? “Mi ricordo ciò che diceva mio padre: dal ring si scende quando si è vincenti. Chiamo il mio giro d’onore, vorrei cantare e suonare per mille giorni ancora e concedermi quello che fanno gli sportivi. Terminerò la mia attività entro il 2026, facendo una serie di progetti e mettendoli in atto, ma saranno tutti ultimi giri”.
Claudio Baglioni e la fake news sulla beneficenza post Sanremo
La notizia l’ha data lui stesso nella conferenza stampa che ha preceduto il primo dei cinque concerti al Forum di Milano del suo spettacolo “aTUTTOCUORE”, iniziato nelle arene all’aperto e ora approdato ai Palasport. Ma perché ha maturato questa scelta? A monte c’è una serie di fattori, in primis quella di aver raggiunto il massimo che poteva raggiungere con questo show: “Questo è lo spettacolo migliore che abbia mai portato in giro. Mi sembra di essere arrivato al limite delle mie possibilità. Questo tour è il massimo di quello che posso esprimere in questo ambito”.
Quanto allo scrivere canzoni: “Potrei continuare, ma una volta chiusi questi mille giorni non credo farò più canzoni, magari qualcos’altro. Non rinnego certo la forma canzone ma è anche una materia difficilissima. Le grandissime canzoni in realtà non sono nemmeno poi tante”. Difficile che, come altri artisti hanno fatto, vada a ripescare dei pezzi nel cassetto: “Più che altro ho tantissimi appunti, brani incompiuti, che non ho nemmeno il coraggio di andare a riascoltare”. Sicuramente arriverà un nuovo album, ma per il resto tutto rimane segreto: “Ci saranno quattro o cinque progetti più lunghi e un paio di exploit”.
Quello di Baglioni è un ragionamento semplice: smettere prima di diventare macchiette di se stessi perché non ci si rende conto che il tempo sta passando velocemente: “Non pretendo che questo venga considerato un lavoro usurante. E comunque la paga è molto gratificante, quello che ho fatto è sempre meglio che lavorare. Io temo la delusione. Non voglio arrivare al momento in cui si diventa macchiette, in cui si deve lavorare sulle foto in maniera eccessiva per mantenere una parvenza di magia”. Ora però è tempo di risalire sul palco. In che modo? “Con un altro tipo di emozione, anche un po’ più solenne. Ma mi sento più libero da questo peso che avevo sul dirlo, come, quando…”.