Nonostante i media si ostinino a presentarci gli stessi modelli di bellezza, si fa sempre più strada l’idea che questa possa appartenere anche a chi non risponde agli standard convenzionali della moda.
Infatti, la bellezza non è prerogativa esclusiva di donne giovani, magre e senza disabilità, come dimostrano alcune persone che, disposte ad infrangere le regole, incoraggiano il mondo ad ampliare il concetto di bellezza.
Tra queste spicca Chelsea Werner, che con la sua storia contribuisce a promuovere un approccio più sano all’apparenza.
Chelsea è nata con una copia extra del cromosoma 21, ovvero con la sindrome di Down: questa condizione causa una disabilità di grado variabile nell’apprendimento, oltre a caratteristiche fisionomiche quali un peso alla nascita inferiore alla media, occhi inclinati in alto, una bocca piccola e un basso tono muscolare.
Questa è la ragione per cui i genitori la incoraggiano fin da piccola a praticare molta attività fisica, provando diversi sport – una strada che la porterà a diventare una campionessa.
Chelsea vince per quattro volte il Campionato Nazionale di Ginnastica Special Olympics, e per due volte – nel 2012 e 2015 – anche il Down World Championship; successi che Chelsea ottiene grazie al suo duro impegno, come sottolinea anche il suo allenatore, ricordando come all’inizio la ragazza faticasse persino a camminare da un’estremità all’altra della trave.
È il 2016 quando le si presenta una nuova sfida: rappresentare un nuovo volto della moda, con la campagna di H&M sugli atleti di successo che hanno superato ostacoli significativi.
Nello stesso anno sfila durante la settimana della moda di New York; poi prende parte alla campagna #AerieREAL di Aerie, e nel 2018 viene intervistata da Teen Vogue.
Attualmente lavora con l’agenzia WeSpeak, che propone modelli non conformi agli ideali di bellezza tradizionali; inoltre è stata protagonista di The Today Show ed è stata intervistata dal vivo insieme alla truccatrice Bobbi Brown.
Grazie a persone come Chelsea la nostra società si sta finalmente aprendo alla diversità, che è poi la vera cifra distintiva dell’essere umano e della vita; occorre solo aprire gli occhi e farsi coraggio, come Chelsea.