“Per la prima volta, posso pensare al futuro come Chelsea”. Sono parole contenute nella prima nota pubblica scritta dopo la grazia da Chelsea Manning, l’ex analista dell’Intelligence americana che divenne la fonte primaria del caso Wikileaks. All’epoca Manning si chiamava Bradley Edward, era un militare e un uomo. Accusato all’epoca di aver consegnato all’organizzazione Wikileaks montagne di documenti coperti da segreto relativi alle operazioni Usa in Iraq, nel 2013 venne condannato a 35 anni di carcere.
È in carcere che ha deciso di sottoporsi a cambio di sesso, portando avanti una battaglia per i suoi diritti anche con scioperi della fame. Il 17 gennaio scorso, il presidente Barack Obama dedicò a lei uno degli ultimi provvedimenti della sua presidenza, firmando la grazia. Manning dovrebbe uscire di prigione la prossima settimana, forse il 17 maggio. Nella nota resa pubblica oggi, Manning ringrazia il presidente Barack Obama e dice che le lettere di sostegno ricevute in carcere da transgender come lei e veterani la spingono ora a impegnarsi per aiutare gli altri e in questo spera di utilizzare ciò che ha imparato durante la detenzione.