La notizia è stata riportata da Novaya Gazeta: le autorità cecene avrebbero fermato più di 100 uomini “sospettati di omosessualità” mentre, durante il raid 3 persone sarebbero rimaste uccise. La testata ha citato fonti interne alla polizia e alle autorità cecene, non fornendo dettagli ulteriori.
“Nella repubblica di Cecenia è stato dato l’ordine per una ‘retata profilattica’ e, in alcuni casi, si è arrivati fino all’omicidio”, ha scritto Novaya Gazeta. La notizia è però stata smentita dal portavoce del governatore ceceno Ramzan Kadryov che ha dichiarato che nella loro regione non vivono omosessuali: “È impossibile che nei loro confronti sia in corso una persecuzione. Se questo tipo di persone esistessero la polizia non avrebbe bisogno di occuparsene perché ci avrebbero già pensato i loro parenti a mandarli là dove non possano più ritornare“.
Secondo Ekaterina Sokiryanskaya dell’Ong filantropica International Crisis Group ha confermato al New York Times che la notizia della retata le sarebbe giunta “da troppe fonti per non essere vera”. Sempre secondo Novaya Gazeta, le autorità avrebbero individuato le persone da arrestare infiltrandosi nelle app di appuntamenti gay: “Naturalmente, nessuna di queste persone ha mai, in alcun modo, mostrato pubblicamente il proprio orientamento sessuale: nel Caucaso, questo equivale ad una sentenza di morte“.