Sulla carta d’identità tornano le diciture padre e madre: è ormai in Gazzetta ufficiale nonostante il parere contrario del garante per la privacy. E le associazioni delle famiglie Arcobaleno annunciano ricorso al Tar.
Il Presidente delle Famiglie Arcobaleno, Marilena Grassadonia, spiega: “Il decreto è palesemente illegittimo e discriminatorio perché non permette di far coincidere lo status documentale con quello legale dei bambini e delle bambine che già oggi – attraverso trascrizioni di atti esteri o che sono stati adottati dal compagno o dalla compagna del genitore biologico grazie all’art. 44, lett d (adozione in casi particolari) – sono riconosciuti figli e figlie di due padri e due madri e di quelli che invece verranno riconosciuti in futuro“.
E continua: “Un atto amministrativo non può contravvenire alle disposizioni di legge e alle sentenze dei Tribunali. La sua pubblicazione è un atto di pura propaganda politica da parte di un governo dove il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana non sa di avere le deleghe per le adozioni e i fondi per il bonus baby sitter vengono cancellati impedendo alle madri lavoratrici di poter tornare al lavoro dopo la gravidanza, qualora lo desiderino. Questo a dimostrazione del fatto che il governo non aiuta le famiglie italiane, ma perde tempo con puri atti propagandistici“.